Sabato 27 novembre 2010


Alle 8 iniziamo la visita della città di Huè. Col pullman arriviamo ad un imbarcadero poco lontano dall'albergo. Saliamo sulla barca che assomiglia ad un catamarano: due scafi uniti da una larga piattaforma. A bordo c'è un'intera famiglia con tre generazioni. La nonna culla i nipoti, il figlio guida la barca, le donne con un remo improvvisano un corrimano per aiutarci a salire ed aprono il negozio di souvenirs.

L'economia familiare è completamente autonoma. Tutto assieme: barca, casa e negozio. Prima ci dirigiamo controcorrente poi la barca fa un'inversione e passiamo sotto a tutti i ponti della città. Stanno gettando le fondamenta per fare un ponte per auto accanto a quello della ferrovia. Le donne ci invitano a rientrare nel salone del battello perché dobbiamo passare davanti ad un controllo della polizia.

Accostiamo ad una barca ancorata in mezzo al fiume. La moglie del comandante sale a bordo coi documenti. In mezzo ha messo una banconota ed il controllo diventa rapidissimo. Alcune barche stanno raccogliendo con un cucchiaio la sabbia dal fondo del fiume. L'argano per spostare la barca e caricare a bordo il materiale viene azionato servendosi di mani e piedi.

Arriviamo alla pagoda di Thien Mu, letteralmente “della donna celeste” che ha annunciato la venuta di un uomo che avrebbe costruito una splendida pagoda. Il che avvenne nel 1601 e l'uomo fu Nguyen Hoang. Da questo luogo partì a bordo di una Austin che viene qui conservata, il monaco Thinch Quan Duc che l'11 giugno 1963 si diede fuoco a Saigon per protestare contro la politica di repressione buddista ordinata dal presidente Diem.

La Thap Phuoc Duyen, “la torre della fortuna e della grazia”, a forma ottagonale con sette piani si erge sul fiume alta 21 metri. E' il simbolo del tempio e ci vede da lontano come da lontano si sente il suono dell'enorme campana.

Raggiungiamo la Cittadella, un complesso cinto da canali, da un fossato e da sette bastioni. Entriamo dalla porta centrale con a fianco la torre della bandiera. Ai lati della torre davanti ad un grande spiazzo sotto due tettoie sono collocati i nove cannoni sacri. Quattro a destra (le stagioni) e cinque a sinistra (gli elementi). Proseguiamo la visita passando nella città imperiale, quindi nella città proibita che è stata distrutta dai bombardamenti francesi, tranne il padiglione della lettura imperiale. Sono in corso i lavori per ricostruirla. Sono da poco passate le 11 e le maestranze hanno interrotto i lavori sdraiandosi sulle panche a riposare. Giriamo a destra e passiamo attraverso viali e portali sino ad arrivare al Palazzo di Thai Hoa, il palazzo dell'armonia suprema. Nel cortile le nove urne dinastiche in bronzo dedicate agli imperatori Nguyen succedutisi sino al 1836. Il pranzo ci viene servito al ristorante Royal Park, non solo ricercato nella qualità dei cibi ma anche nelle presentazioni. Una carota è intagliata e disposta in modo da sembrare un gallo e una rapa un pavone. La specialità del locale è un impasto di semolino di riso cotto in una foglia ripiegata a pacchetto. All'uscita del locale ci aspettano alcune donne che chiedono di cambiare euro in monete con banconote. Siamo già stati vaccinati: all'uscita dell'albergo questa mattina uno di noi ha acconsentito al cambio, convinto di fare un favore. Le donna gli ha mostrato le monete, ma quando ha avuto la banconota in mano, con un abile gioco di prestigio le ha cambiate con delle altre di importo inferiore. Ma la coppia presa di mira se ne è accorta ed è riuscita ad evitare lo scambio. Italia batte Vietnam due a uno. Nel pomeriggio visitiamo la tomba di Kai Dinh a dieci chilometri da Huè nel villaggio di Chauchu. Si tratta del mausoleo del dodicesimo imperatore della dinastia (1916-1925), costruito sul fianco della collina in cemento, con decorazioni sontuose sormontate da dragoni e mosaici. All'interno dei palazzi i mosaici sono realizzati utilizzando i cocci delle 150 tazze che l'imperatore usava ogni giorno e che dovevano essere rotte e non più utilizzate. Prima di arrivare all'ultima visita della giornata ci viene fatto osservare come vengono preparate le candele di incenso. Una giovane donna servendosi di una spatola ed appoggiandosi ad un banco inclinato avvolge su un bastoncino l'impasto. Da qui raggiungiamo a piedi la tomba del IV imperatore Tu Duc (1847-1883). Nel piazzale d'onore i soldati e i mandarini sono più piccoli di quelli che abbiamo visto nell'altro mausoleo perché l'imperatore era alto un metro e mezzo. Il complesso comprende anche la reggia disposta attorno ad un lago. Nonostante le 104 mogli e le numerose concubine l'imperatore non riuscì ad avere figli. Siamo ormai stanchi per l'intensa giornata e risaliamo volentieri in pullman. Il cielo è stato sempre nuvoloso con rari momenti di sole ed ora comincia a piovere, ma siamo ormai al riparo e poco prima delle 18 rientriamo in hotel. Una breve passeggiata per entrare in un grande magazzino locale e poi di nuovo in albergo. Domani voliamo al sud ma le previsioni del tempo non sono buone e nemmeno quelle delle temperature che sono previste attorno ai 34 gradi.

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