Sabato 22 giugno 2013
Vorrei darvi un consiglio: non comperate un pacchetto vacanze senza l'operativo dei voli!
È trascorso più di un anno da quando abbiamo fatto una vacanza assieme ai nostri amici Simonetta e Paolo. L'ultima è stata quando sono venuti a trovarci a Boca Chica per trascorrere assieme due settimane. Poi sono diventati nonni a tempo pieno.
Quando abbiamo saputo che avevano avuto una settimana di libertà ed avevano prenotato un soggiorno al Radissson Blu Resort di El Quseir, abbiamo deciso di accodarci ed andare anche noi. Abbiamo controllato i costi su internet e col preventivo della Veratour siamo andati alla nostra Agenzia di Viaggi Corcovado di Bologna.
L'offerta era buona, anche se non siamo riusciti ad avere lo sconto per la prenotazione effettuata prima di trenta giorni dalla partenza che avevano ottenuto i nostri amici, ma nell'offerta mancava l'operativo dei voli. Il primo aereo per l'aeroporto di Marsa Alam era tutto pieno e contavamo che ne organizzassero un altro.
Due giorni prima della partenza ci arriva la notizia: Il secondo volo da Bologna non c'è e la partenza è prevista dall'aeroporto di Verona.
La tentazione di abbandonare ogni cosa è stata grande ma avevamo già investito troppo nel viaggio: una macchina fotografica subacquea, mute per il bagno, pinne, scarpette e ciabatte.
Alle 13 riceviamo un messaggio di Paolo: sono già atterrati e si trovano in pullman diretti al villaggio. Noi siamo in casa a Bologna e stiamo pranzando.
Alle 13,30 viene a prenderci nostro figlio Alberto con Sofia e alle 14 siamo in aeroporto.
Incontriamo l'incaricata della Veratour all'ingresso della zona due delle partenze.
Dopo meno di mezz'ora un pullmino Mercedes da otto posti più il conducente ci carica e partiamo comodamente per Verona. Passata l'uscita di Modena sud sull'autostrada, nella corsia opposta un incidente ha bloccato il traffico. Passiamo indenni e in poco più di un'ora l'autista ci sbarca all'aeroporto Valerio Catullo di Verona in tutta fretta.
Passato l'ingresso ha solo cinque minuti per uscire senza pagare un supplemento di dieci euro per la sosta.
Entriamo nella sala di ingresso affollatissima e cerchiamo lo sportello dove fare il check-in.
Sui monitor individuiamo il nostro volo: la partenza, fissata per le 18,30 risulta rimandata di due ore. Sono da poco passate le 16 e dobbiamo attendere più di quattro ore. Dopo mezz'ora viene indicato lo sportello per lasciare le valige e prendere le carte di imbarco.
Nonostante la nostra prontezza nel precipitarci davanti al numero indicato abbiamo una decina di persone davanti e le operazioni vanno a rilento.
Quando tocca a noi l'operatore ci spiega che ci sono dei problemi coi nastri trasportatori, che tardano a partire quando l'addetto dà il consenso per l'invio delle valige allo smistamento.
L'altoparlante avverte che nella cappella alle 17 verrà celebrata la Messa e facciamo in tempo a raggiungerla.
Mezz'ora dopo passiamo i controlli di sicurezza ed iniziamo la lunga attesa davanti al gate seduti nelle poche poltrone tutte occupate. Non ci si può alzare o distrarre un attimo se no si perde il posto e si resta in piedi.
Finalmente alle 21 saliamo sull'aereo. Il servizio viene effettuato da un vettore diverso da quello annunciato. Non è la Livingston, ma la compagnia portoghese Hifly.
Quando entriamo troviamo che all'interno si trovano già delle persone.
“Ci hanno detto che i posti non sono assegnati e di sederci dove ci pare” afferma la persona che è seduta al mio posto.
“Mi dispiace ma il posto che mi hanno assegnato non lo cambio”, gli rispondo.
Il signore si alza indispettito sentenziando: “È arrivato il rompipalle!”
La moglie che siede nel sedile dietro col figlio spiega: “ Le hostess ci hanno comunicato che potevamo sederci dove volevamo.”
Lascio perdere senza controbattere ma non capisco: se ognuno si sedesse qua e là a proprio piacimento nell'aereo, che contiene più di trecento persone e partirà pieno, riusciremmo a sederci tutti in non meno di un'ora.
Chiedo spiegazioni alla hostess che mi conferma che il volo precedente era senza posti assegnati. Ora che l'aereo parte per Marsa Alam ognuno deve prendere il proprio posto.
Peccato che nessuno si fosse premurato di essere più chiaro nell'avvertire prima i passeggeri già a bordo, che adesso stanno migrando da una parte all'altra dell'apparecchio intralciando il flusso delle persone che salgono.
Chiedo:“Da dove proveniva il volo precedente?” “Da Bologna” mi risponde.
Ma come? Noi siamo venuti da Bologna in pullman e l'aereo dove adesso siamo saliti è venuto da Bologna mezzo vuoto?
Non riusciremo mai a capire la logica dei vettori aerei e della loro organizzazione.
Dopo poco meno di quattro ore atterriamo. È l'una del giorno seguente.
Le operazioni per il passaggio dei controlli doganali e per l'apposizione del visto sui passaporti sono, nonostante la ressa e la confusione, abbastanza veloci e alle due siamo seduti in pullman. Ancora un poco di attesa per completare il carico dei passeggeri e si parte per il trasferimento al villaggio dove arriviamo dopo un'ora.
La fila per l'accettazione è troppo lunga e ci fermiamo al ristorante per mangiare un boccone. Riusciamo ad avere le chiavi della stanza che ci hanno assegnato e cerchiamo di raggiungerla. Il compito si rivela più difficile del previsto. Dopo una lunga ricerca arriviamo all'ultima stanza del villaggio, vicino al generatore di corrente che emette un sordo rumore continuo. Sono le 4,30 del mattino e le valige non sono ancora arrivate.
Ritorno sui miei passi e le agguanto, imprecando contro la solerzia dei facchini che in 90 minuti non sono stati capaci di portarle in camera.
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