Martedì 5 maggio 1998.

Sveglia e colazione con un quarto d'ora d'anticipo sul solito orario. Dalla finestra della camera entra un sole magnifico e la giornata sembra splendida. Scendiamo dalla stanza dopo l'ultimo risciacquo ai denti alle 7,40 e... il pullman è già tutto pieno. Arrivano la Bona e Mario, buoni ultimi. Vediamo liberi solo due posti nel sedile in fondo al pullman, un altro posto vuoto è a metà del pullman. Dove sono gli altri due? Miracolosamente sono in testa. La rotazione sui primi quattro posti sembra aver funzionato e così le fanciulle si siedono in prima fila mentre io e Mario ci stringiamo nei due posti di fondo. Partenza, la meta è Catania. Vi giungiamo alle 9. Scendiamo sulla piazza principale ove troneggia un elefante nero scolpito in un blocco di roccia lavica sormontato da un obelisco egizio. Di fronte é posta la cattedrale, di lato il municipio, dalla parte opposta nell’angolo si apre il mercato. Lo spettacolo variopinto é assicurato da una distesa di pesce freschissimo di ogni qualità.

Facciamo un rapido giro fra le bancarelle, poi entriamo nella cattedrale dove sono conservati i resti di sant’Agata. Terminata la visita Salvatore ci porta nella pasticceria di Nonna Vincenza. Pochi sono i dolci esposti ed all’inizio tutti rimangono in una diffidente attesa, ma l’accoglienza é accorta e cordiale: ci vengono serviti assaggi di pasticcini confezionati con mandorle accompagnati da rosolio. Risultato: tutti si mettono ad acquistare a gara gli uni con gli altri facendo quasi finire le disponibilità della pasticceria.

Il tempo é peggiorato ed inizia a piovigginare. Sembrano piccoli scrosci di nuvole passeggere. Dopo essere risaliti sul pullman gli scrosci diventano un forte temporale che per fortuna si scarica prima del nostro arrivo a Siracusa.

Visitiamo l’istituto del papiro. Ne esistono due al mondo, uno al Cairo e uno a Siracusa. Ci viene mostrato il procedimento con cui viene ricavata la carta che esiste in diverse qualità a seconda della parte dello stelo da cui viene ricavata e dell’accuratezza della lavorazione.

Pranziamo alla periferia di Siracusa all’Open Land, un ristorante posto al fianco di un vivaio di piante e fiori. Penne condite con zucchine e pesce spada per primo e pesce spada arrosto per secondo. La qualità del pasto é discreta ma l’impossibilità di una scelta fra due portate diverse ci delude.

Raggiungiamo la zona archeologica ed incontriamo la guida locale che ci accompagnerà nella visita di Siracusa.

Credo siano tre le ragioni per cui vengono ingaggiate guide diverse: la prima perché Salvatore possa avere un minimo di riposo, la seconda per contribuire ad evitare l’estinzione delle guide locali, la terza perché possiamo così renderci conto meglio della bravura della guida che ci accompagna.

Visita alla Latomia del Paradiso dove si trova l’orecchio di Dionigi. L’accesso alla grotta dei cordai non é possibile per pericolo di crolli.

La zona serviva in antichità come cava per ricavare il materiale da costruzione. L’escavazione avveniva in profondità col risultato di ricavare grotte in gran parte cadute in seguito a terremoti. A fianco della latomia vi é il teatro scavato nella roccia che si apre rivolto al mare ed ha di fronte l’isola di Ortigia ove si trova il centro di Siracusa: qui i Greci fondarono la loro colonia.

La cattedrale, posta in una elegante piazza e con una facciata barocca a colonne sovrapposte di ottima fattura, é stata ricavata trasformando il tempio greco che é stato inglobato nelle strutture. Nel 1925 le colonne sono state liberate dalle sovrastrutture barocche ed ora sono perfettamente visibili all’interno.

In questa settimana é esposta la statua di Santa Lucia, e vengono celebrate molte funzioni. Purtroppo ve ne é una in corso durante la nostra visita e possiamo solamente dare uno sguardo all’interno dal fondo della chiesa.

Visitiamo la fonte Aretusa che a pochi metri dall’acqua del mare butta ancora oggi acqua dolce ed ha permesso l’insediamento dei Greci nell’isola.

Ritorniamo al pullman passando dal porto e rientriamo a Giardini Naxos alle 20.

Cena a buffet ed a letto presto. Domani ci aspetta un’altra giornata impegnativa: é in programma l’ascesa dell’Etna e si prevedono temperature molto basse ai 3300 metri della cima del vulcano.

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