Martedì 19 giugno - Brasov e Castello di Peles (Km. 150)



Questa mattina la prima visita la facciamo a due passi dall'albergo. L'ingresso della chiesa ortodossa di San Nicola si trova in piazza Uniri la stessa del nostro albergo. Il campanile dietro alla torre dell'orologio svetta sul davanti della costruzione con un pinnacolo centrale e quattro disposti sugli angoli.

Quasi di fronte sulla destra il cimitero con l'ingresso affrescato. L'interno della chiesa è illuminato da ampi finestroni. Un distinto signore ci invita a visitare a fianco della basilica il museo della prima scuola rumena e ci fa accomodare sui vecchi banchi. Mi sembra di ritornare bambino quando anch'io alle scuole elementari sedevo in un banco di legno col foro per il calamaio.

Prende la bacchetta in mano e battendola sul trespolo che ha davanti richiama la nostra attenzione zittendoci, dietro di lui un abaco. Nella seconda stanza una pressa in legno per stampare. Qui sono stati composti i primi libri in rumeno. Belle e interessanti le stufe in maiolica.

Nell'ingresso un ampio camino in cui ci si poteva sedere all'interno. Proseguiamo a piedi lungo la strada Prundului, passiamo sotto la porta Schei sino ad arrivare a plata Sfatului (piazza del Consiglio). Percorrendo questo itinerario scopriamo che il nostro albergo è più vicino al centro di quando ci era sembrato ieri sera.

Nell'angolo della piazza la chiesa evangelica di Santa Maria, meglio conosciuta come Chiesa Nera, per un incendio che l'ha distrutta in passato. All'esterno la costruzione è transennata per dei lavori di restauro alla pavimentazione, che debbono essere effettuati a mano. Nel cantiere ci sono più di trenta operai ma la maggior parte sembra non fare nulla.

Qualcuno è rimasto indietro. Liana ritorna sui suoi passi per cercare i dispersi. Si sono fermati in tre per un impellente e irresistibile bisogno di un caffè! Entriamo all'interno della chiesa di impianto gotico con una grande collezione di tappeti esposti solo in parte come arazzi.

Le spalliere delle panche sono mobili e ci si può sedere alternativamente in un senso o nell'altro per permettere di seguire sia le funzioni, sia i concerti suonati col grande organo che si trova sopra alla porta di ingresso. Anche qui la mania fotoclastica si è radicata e severi controllori vigilano che nessuno contravvenga al divieto di usare apparecchi per riprendere l'interno.

L'ultima visita alla chiesa della Santissima Trinità. Chiesa ortodossa costruita dai mercanti greci. La sua costruzione è stata autorizzata a patto che fosse all'interno di un cortile e senza campanile, perché la sua presenza non si doveva notare dalla strada. La chiesa si trova praticamente di fianco alla facciata della Chiesa Nera al di là della strada.

Per arrivarci Liana ci fa percorrere quasi duecento metri in modo da raggiungere il passaggio pedonale e attraversare. Alle 10,45 saliamo sul pulmino che è venuto a prenderci e partiamo. Saliamo sino al passo e poco dopo attraversiamo la località sciistica di Predeal, il paese di Azuga, Busteni, sino a giungere a Sinaia che abbiamo attraversato ieri.

Entriamo nel Monastero. Al centro del primo cortile costruito dal 1842 al 1846, la chiesa con tre tamburi ottagonali con tetti sormontati da croci. All'interno belle le pitture a olio eseguite su fondo dorato in stile neo-bizantino. Di fianco, sulla destra visitiamo il museo. Due stanze dove sono esposti turiboli in argento, icone e una riproduzione, sempre in argento, della chiesa.

Nel secondo cortile, il monastero più antico costruito dal 1690 al 1695 che era diventato troppo piccolo per ospitare i 70 monaci che qui vivevano all'inizio del XIX secolo. Al centro una seconda chiesa più piccola con affreschi, sia all'interno sia all'esterno sotto il porticato, dipinti da Parvu Mutu. Rappresentano scene della vita di Santa Caterina, San Giorgio e San Demetrio.

Una bevuta alla fresca fontana che si trova all'ingresso del monastero e risaliamo in pullman per andare all'hotel Palaca. Dove ci viene servito un ottimo pranzo. Insalata per antipasto, arrosto di maiale e di pollo con patate. Macedonia di frutta fresca per finire. L'albergo è stato costruito nel 1911 e conserva la magnificenza di un tempo. Saliamo ancora sino ad arrivare al castello di Peles, residenza estiva di re Carlo I e di sua moglie Elisabetta.

Più che un castello si tratta di una vera e propria reggia costruita nel 1800 e riccamente arredata. La guida locale ci fa fare il giro completo dei saloni di rappresentanza e dello studio del re. E' severamente proibito fare foto nell'interno e per accedere ai saloni è necessario indossare sulle scarpe delle pantofole di stoffa.

Dopo un'infruttuosa ricerca di riproduzioni delle sale, partiamo percorrendo nuovamente la valle della Prahova. Arriviamo al bivio per Bran e come ieri svoltiamo a sinistra. Liana ha inserito come extra nel programma la visita al bastione della città di Rasnov.

Il pullman si ferma al parcheggio e saliamo sopra un rimorchio trainato da un trattore per arrivare alla città fortificata. L'interno è meno bello dell'aspetto della cittadella vista da lontano, ma il panorama che si gode dalla sommità è spettacolare. La pianura si distende fra due ali di montagne e le cime più alte arrivano a 2500 metri.

Riprendiamo il trattore e saliti in pullman percorriamo la via del ritorno. Scesi nella pianura ci fermiamo un momento per fare una foto panoramica all'antica roccaforte, attraversiamo la città di Cristian e siamo costretti a fermarci al passaggio a livello per aspettare l'arrivo del piccolo trenino diretto a Brasov.

Alle 18,45 siamo in albergo. Dopo meno di un'ora ripartiamo per andare a cena a Poiana Brasov, una località sciistica a mille metri di altezza che si trova a 15 chilometri da Brasov. Cena tipica rumena al ristorante Sura Dacilor. La sala si trova in una lunga capanna costruita in legno. Quattro musicisti allietano la serata. Un cipollotto, formaggi e affettati, poi il piatto forte: carne lessa di daino, cervo e orso. Il pensiero di mangiare carne d'orso fa rabbrividire qualcuno di noi. C'è chi si affretta a chiedere quale sia, più per lasciarla da parte che per curiosità. Assieme a noi c'è una numerosa comitiva di anziani turisti belgi. I loro tavoli di legno, massicci come i nostri, con gli scranni ricavati tagliando tronchi interi, si trovano su un livello diverso da quello del resto del locale. Una signora non si avvede del gradino e piomba a terra come un albero abbattuto, per fortuna senza farsi troppo male. Nel ritorno ammiriamo il paesaggio della città che si stende nell'altopiano sottostante con mille luci scintillanti. Arrivati in albergo, fra di noi sono pochi i tifosi che seguono le partite del campionato europeo. La maggior parte va a letto affaticata dall'intensa giornata.

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