Martedì 16 giugno 2015.

Usciamo dall'albergo all'ora fissata per la partenza e troviamo una sorpresa. Il pullman ha le porte ancora chiuse e nessuno è potuto entrare per fissare in anticipo i posti preferiti. Probabilmente qualcuno si è lamentato e Tullia ha risolto il problema in modo salomonico: Si sale tutti assieme! Ha anche ripristinato la sveglia obbligatoria alle 6,30. Forse si è resa conto che è faticoso impiegare la persuasione mentre è più facile non avvertire prima e passare alle vie di fatto. In pochi minuti tutti prendono posto. Poco dopo le 8,40 partiamo diretti ad Avignone. Il traffico è meno intenso rispetto a ieri ma all'imbocco dell'autostrada troviamo una lunga fila di auto che procede lentamente. Salvatore inizia un piccolo corso a puntate della storia dei Papi per spiegarci i motivi per cui per settant'anni la Sede Papale sia stata fissata ad Avignone. Arrivati all'arresto dei monaci templari e alla morte di Clemente V il racconto si interrompe per una fermata tecnica all'unica stazione di servizio che si trova lungo il nostro percorso. Alle 11 entriamo ad Avignone. Giriamo lungo la cinta muraria a fianco del fiume sino ad arrivare al parcheggio dei pullman poco dopo essere passati sotto ai resti del ponte medioevale di cui rimangono in piedi solo quattro arcate. Appena scendiamo un vento deciso ci fa rabbrividire. Lungo il Rodano soffia sempre mistral. Appena entrati al di là delle mura gli edifici ci riparano dal vento. Siamo diretti verso il palazzo costruito dai vari Papi che qui hanno avuto la sede pontificia.

L'edificio è imponente. L'ingresso è posto nella Tour de la Gauche. Passiamo nel salone della Grande Udienza per poi attraversare il cortile d'onore. Peccato che qui stiano montando un teatro all'aperto per la prossima stagione teatrale estiva che lo occupa totalmente.

Passiamo nella parte più antica della costruzione che si sviluppa attorno alla Cour du Cloitre ed entriamo nella sala del Concistoro, a metà della parete di fronte all'ingresso si trova la cappella di San Giovanni che è affrescata e qui è vietato fare fotografie. Tornati nel cortile saliamo al piano superiore per arrivare al gran tinello dove avvenivano i grandi banchetti che il Papa organizzava per i suoi ospiti. La grande sala ha un soffitto a carena di nave che è stato ricostruito come in origine quando veniva ricoperto da un drappo blu con fili d'oro per simulare il cielo stellato. A fianco del caminetto sul lato nord una piccola porta mette in comunicazione la grande sala con la cucina che ha un camino grande come tutta la stanza. Proseguiamo verso sud ed entriamo nelle stanze papali. Alcune sono affrescate. Interessante la stanza del cervo dove sono raffigurate scene di caccia e pesca. Affascinante la sala successiva decorata con tralci di vite su cui sono posati alcuni uccelli e vi scorazzano numerosi scoiattoli. Dalle stanze papali entriamo nella Cappella Clementina che si trova sopra il salone della Grande Udienza. Usciamo dalla porta principale sul lato sinistro della navata di fronte al finestrone che si affaccia sul grande cortile interno. Uno scalone a due rampe ci porta dove abbiamo iniziato il nostro giro nel Palazzo. Per uscire, una seconda scala ci riporta al pianoterra dentro ad un emporio con un percorso obbligato simile a quello degli autogrill delle autostrade, pieno di oggetti ricordo senza alcun valore. Ciò nonostante alcuni di noi si attardano per fare acquisti costringendo il resto del gruppo ad una inutile attesa prima di andare al ristorante che si trova alla fine di corso Jan Jaures. Tullia stanca di aspettare i ritardatari alza la bandiera gialloblù che segnala la testa del gruppo e parte di gran carriera. Salvatore si spazientisce, gli scappa un'imprecazione ma poi fa buon viso a cattivo gioco e alla retroguardia compatta la carovana. Pranziamo alla Grande Brasserie. vol-au-vent con cipolle, patate, pomodori, mozzarella ed origano. Spezzatino di maiale con tortino di patate. Usciamo dal ristorante alle 14.30. Ci viene spiegato come raggiungere il pullman rifacendo la strada percorsa e ci viene lasciato qualche minuto libero. Appuntamento fissato per le 15,15.

Betta cerca un vestito provenzale simile a quello che ha regalato qualche anno fa a nostra nipote ma non c'è una taglia che le possa andar bene. Acquista invece una borsa in stoffa con motivi provenzali per nostra figlia Silvia. Arriviamo in pullman. Tullia inizia la conta delle pecore e ne mancano due che si presentano dopo mezz'ora dall'appuntamento come se niente fosse successo.

Partiamo per Orange ed in poco più di un quarto d'ora arriviamo alla città. Per prima cosa facciamo tappa all'arco di trionfo romano. Eretto attorno al 27 d.C. in onore dei veterani della seconda legione. Scendiamo del pullman per una foto quindi Giovanni ci lascia nel centro del paese di fianco al teatro romano, unico rimasto col proscenio intatto.

Passiamo davanti al grande muro, arriviamo all'ingresso e scopriamo con molto rammarico che l'entrata nel teatro non è prevista dal programma e non c'è tempo nemmeno di farla acquistando il biglietto. Proseguiamo sbigottiti la visita della città per raggiungere il pullman che nel frattempo si è spostato dalla parte opposta del centro. Per tutto il pomeriggio un grosso temporale ci gira attorno e quando eravamo dinanzi all'arco sembrava che dovesse raggiungerci. Poi il vento è cambiato ed ha iniziato a soffiare dal mare portando lontano da noi il temporale. Adesso che stiamo entrando in Marsiglia scopriamo che ha piovuto abbondantemente ed ancora sta gocciando. Giunti ai margini della città siamo fermi in fila. Sono le 18.45 e siamo incappati nel traffico del rientro: siamo tornati troppo presto! Alle 19,45 arriviamo all'albergo e troviamo il parcheggio occupato da due pullman pieni di cinesi che sono arrivati nel nostro albergo. La hall è piena ed andare in camera è un'impresa ed ancora di più lo è il tornare da basso. Quando arriva la cabina dell'ascensore è ancora piena delle persone che non hanno imparato usare l'ascensore con la chiave o che lo hanno riempito troppo e girano su e giù per i piani chiamati da chi cerca invano di scendere. Questa sera il ristorante tenta di avvelenarci. Tre tartine durissime con una fetta di formaggio abbrustolita servite con insalata. Calamaro surgelato cotto in una salsa di pomodoro assieme a riso scondito. Assaggio il piatto per curiosità e lo rimando quasi intatto in cucina. Quando siamo arrivati al ristorante tutti erano già seduti. Erano rimasti liberi solo i posti sul divano. Seduti nei primi due posti della fila due compagni di viaggio che non hanno accennato minimamente ad alzarsi per permetterci di entrare. È dovuto intervenire un cameriere che ha tolto un tavolo rendendo accessibili le poltrone dalla parte opposta. Alle 9,40 partiamo per il giro panoramico della città di notte. Ha ricominciato a piovere. Per fortuna sono stato previdente ed ho preso le giacche a vento e gli ombrelli. Anziché effettuare una passeggiata in centro ci fermiamo prima davanti al palazzo Longchamp dove si trova il museo delle Belle Arti poi proseguiamo verso il porto e la seconda sosta la facciamo sopra una terrazza davanti alla chiesa di Saint Laurent.

La vista è meravigliosa e questo momento da solo vale l'extra che abbiamo pagato di € 10 a testa. Passiamo dal lungomare per tornare a casa ed arriviamo alla rotonda dove è situata una copia della statua del David per prendere l'uscita di sinistra. Alle 23,20 il nostro giro termina.

Dobbiamo posticipare l'orario di partenza di domani di mezz'ora. Sempre per il tachigrafo il pullman deve rimanere fermo almeno nove ore e così si parte alle 8,30.

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