sabato 13 giugno 2015

Non credevo che saremmo riusciti a partire! Quando in aprile è arrivata la circolare dell'ARCAL, il circolo aziendale della Rai, con l'annuncio di un viaggio in Provenza da effettuare in giugno, siamo stati favorevolmente attratti. Ho compilato la domanda di partecipazione ma non ho potuto consegnarla perché nei giorni della partenza era previsto l'inizio di un'importante cura per Elisabetta, mia moglie. Quindici giorni fa la notizia che l'inizio delle cure era slittato di un mese, ma i termini per la domanda di partecipazione erano scaduti. Telefoniamo per informarci se c'è ancora posto: una coppia ha dovuto rinunciare e possiamo unirci al gruppo. Il ritardo nell'iscrizione non ci ha consentito di partire da Bologna: il volo Alitalia della mattina era tutto pieno. L'appuntamento fissato per la partenza è all'aeroporto di Fiumicino per le 7,45 di questa mattina. Siamo partiti ieri in treno e siamo stati amorevolmente ospitati dai nostri amici Paolo e Simonetta che ci hanno fornito un servizio di pensione completa e di accompagnamento in auto. L'appuntamento per il ritrovo è stato anticipato alle sette. Ci siamo svegliati tutti alle sei, abbiamo salutato i nostri amici che hanno proseguito diretti alla loro casa del mare a Cerenova e ci siamo uniti al gruppo Entour, il tour operator che organizza il viaggio guidato da Tullia che si accompagna. I partecipanti sono 41. A Marsiglia incontreremo la guida e l'autista del pullman: totale 44 persone. L'Airbus 320 dell'Alitalia decolla con qualche minuto di ritardo. Il sole è velato e spunta a tratti. È previsto l'arrivo di una perturbazione dalla Francia: le andiamo incontro. Alle 11,10 l'aereo atterra. I bagagli arrivano velocemente ed usciamo all'aperto poco dopo. Le nuvole si sono diradate e la prevista perturbazione non è ancora arrivata. Fa caldo. Il sole picchia a perpendicolo. Tullia ci porta a spasso alla ricerca del pullman che sembra essersi volatilizzato. Dopo averlo cercato lontano, torniamo davanti all'uscita dell'aeroporto ed eccolo finalmente al di là della strada. In poco più di mezz'ora raggiunge il centro della città. Scendiamo davanti al porto vecchio alle 12,30. Non è previsto un passaggio in albergo. Abbiamo poco più di un'ora per cercare un locale dove mangiare qualche cosa per il pranzo. Ci dirigiamo dalla parte sinistra del porto e ci addentriamo nelle vie che si dipartono dalla darsena così come come ci hanno consigliato Paolo e Simonetta: “Là troverete dei localini niente male". Le vie sono pieni di ristoranti ma non ne troviamo uno che ci piaccia. Davanti ad ogni locale c'è un cameriere che con l'aria di un avvoltoio ci saluta e ci invita a fermarci. Finalmente troviamo una bulangerie e mangiamo due fette di torta alla crema. Alle 13,50 siamo puntuali all'imbarco della mini crociera che ci porterà ad ammirare lo scenario delle Calanques sino a Cassis e ritorno. Quando saliamo sul battello, l'Ilienne, è già tutto pieno ed i posti migliori sono occupati. Dobbiamo accontentarci. Sarebbe stato meglio salire prima. Ci accompagna la signora Perez, che si alterna al microfono della nave con lo speaker ufficiale che parla in francese. Usciamo dal porto e proseguiamo verso est controvento. Chi ha preso posto a prua ben presto viene sottoposto ad una doccia fuori programma. Molte persone sono impreparate alla crociera. Stanno male e l'equipaggio si adopera per soccorrerle.


Lo spettacolo è affascinante. Man mano il battello entra nelle Calanches che sono delle piccole baie variamente profonde con in fondo una spiaggia che consente l'approdo a piccoli natanti. Molte sono le barche a vela che sfidano il vento che nel pomeriggio soffia vigoroso. Quando la città di Cassis è in vista la barca inverte la rotta e senza più entrare nelle insenature, ritorna al punto di partenza.

Alle 17,30 ci dirigiamo verso l'albergo, percorrendo la Cornice che passa davanti al mare. In poco più di un'ora arriviamo all'albergo: il Mercure Hotel Prado, dove sono già state scaricate le valigie. Invece di portarle nelle stanze, sono state ammonticchiate in un locale al piano terreno. La distribuzione che l'addetto fa è laboriosa. La porta ha una molla che la richiude automaticamente e dato che il poveretto ha solo due mani, riesce con una a tenerla aperta e con l'altra estrae le valigie una per volta. A nessuno viene in mente di bloccare l'uscio per permettergli di sveltire le operazioni ma l'intoppo maggiore deve ancora venire. L'ascensore funziona solo utilizzando la chiave elettronica delle stanze: prima bisogna infilare la tesserina nella fessura poi spingere il bottone del piano. L'operazione sembra semplice ma molti sembrano non comprenderla e anziché raggiungere i piani delle loro stanze ritornano alla reception senza liberare le cabine. Scopriremo poi che l'impianto, che dovrebbe contenere otto persone, se ne carica più di cinque non apre le porte e ritorna al punto di partenza. Dalla finestra della stanza ho visto il campanile di una chiesa nello stesso isolato dell'albergo. Sperando di trovare una messa per domani pomeriggio usciamo dall'albergo in direzione della chiesa. Niente messa: si tratta della cattedrale di rito armeno. Alle 20 cena di fronte all'albergo al Jardin de la Ville, un locale che si sviluppa per la maggior parte all'aperto dove per noi è stata riservata la calda e afosa sala interna. La cena è dignitosa con una entrée di un vol-au-vent con pomodoro e mozzarella più insalata, un piatto di roast beef con purè. Torta di mele per finire. Per festeggiare l'inizio del nostro viaggio ordiniamo una bottiglia di chardonnay della valle del Rodano. Facciamo ancora pochi passi con la nostra amica Marianna lungo le strade attorno all'hotel. Sulle macchine sono cadute alcune gocce di pioggia e si intravedono lontani grossi lampi. Alle 23 siamo tutti in stanza. Oggi alcuni si sono lamentati per l'eccessiva durata della crociera, ancora non sanno cosa li aspetta domani!

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