Domenica 14 maggio 2015 Come da Probabilmente la direzione giudica che fotografare provochi troppo disturbo agli altri visitatori. Usciamo di nuovo all'esterno. Provo, passando attraverso i sentieri del giardino a raggiungere il lato dove si affaccia il salone per fotografarne l'esterno. Gli arbusti bagnati dalla pioggia della notte rendono difficile l'accesso. Quando mi trovo sotto il grande finestrone riesco solamente ad intravederlo perché gli arbusti l'hanno ricoperto nascondendolo alla vista. Il pullman scende verso il centro della città e si ferma accanto alle sorgenti delle acque termali conosciute sin dall'antichità, a fianco delle antiche mura della città. Percorriamo le strette stradine che riportano sia la denominazione francese sia quella in lingua d'oc sino a raggiungere la facciata della cattedrale di Saint Sauveur. previsioni durante la notte è piovuto e la temperatura si è notevolmente rinfrescata. La colazione è organizzata con un completo fai da te. I camerieri si occupano esclusivamente di apparecchiare e sparecchiare i tavoli. Sono comunque disponibili ad aiutare per l'utilizzo delle macchine automatiche. Cerco di fare a meno delle spiegazioni. Al primo tentativo dalla caffettiera della Nespresso esce solo acqua appena colorata. Mi accorgo solo dopo che bisogna introdurre la cialda in bella mostra di fianco all'apparecchio. Alle 8,30 partiamo. Il pullman si dirige verso il mare per percorrere la Cornice come ieri sera, ma da lontano la nostra guida Salvatore, che ci ha raggiunto questa mattina, vede che la strada è bloccata per una corsa ciclistica.

Così facciamo una deviazione. Scaliamo il colle su cui si trova la chiesa che sovrasta la città: Notre Dame da la Garde, un edificio costruito alla fine del diciannovesimo secolo in stile romanico-bizantino con il campanile sormontato da una grande statua dorata della Vergine alta quasi dieci metri.

Scendiamo dalla parte opposta verso il vecchio porto per poi imboccare la strada che ci porta ad Aix en Provence. Poco dopo le 10 arriviamo alla città che vive nel ricordo della memoria di Cezanne. La prima tappa è al suo atelier che è rimasto come lo ha lasciato il pittore ed ora è di proprietà del Comune. Scendiamo dal pullman e percorriamo un breve tratto di strada che ci separa dal parcheggio all'ingresso. La costruzione è contornata da un grande giardino che necessita di un'importante manutenzione. Le piante hanno ricoperto la piccola costruzione a due piani e impediscono di vederla distintamente dall'esterno. Entriamo e saliamo al primo piano. L'atelier conserva gli oggetti del lavoro del pittore che consiste in un'unica grande stanza illuminata da una grande finestra dal lato nord e due finestre più piccole dal lato sud. Una piccola stufa in ghisa provvedeva al riscaldamento e sulla parete ancora è presente un'apertura chiusa da una porta di ferro stretta e alta che permetteva al pittore di far entrare le tele di grandi dimensioni. Purtroppo non è permesso fare foto o filmare e non se ne capisce la ragione. Normalmente in tali casi è presente un emporio per la vendita delle immagini ma in questo caso il materiale a disposizione è minimo e non acquistabile. Probabilmente la direzione giudica che fotografare provochi troppo disturbo agli altri visitatori. Usciamo di nuovo all'esterno. Provo, passando attraverso i sentieri del giardino a raggiungere il lato dove si affaccia il salone per fotografarne l'esterno. Gli arbusti bagnati dalla pioggia della notte rendono difficile l'accesso.

Quando mi trovo sotto il grande finestrone riesco solamente ad intravederlo perché gli arbusti l'hanno ricoperto nascondendolo alla vista. Il pullman scende verso il centro della città e si ferma accanto alle sorgenti delle acque termali conosciute sin dall'antichità, a fianco delle antiche mura della città. Percorriamo le strette stradine che riportano sia la denominazione francese sia quella in lingua d'oc sino a raggiungere la facciata della cattedrale di Saint Sauveur.

Stanno dicendo messa e non possiamo entrare nella chiesa. Proseguiamo lungo quello che era il cardo della città romana, davanti alla piazza dell'Arcivescovado, sino a giungere, passando sotto la torre dell'orologio, alla piazza dove si trova l'Hotel de la Ville.

La torre ha sulla sommità la campana posta all'esterno. Dal lato della piazza il quadrante dell'orologio che segnava le ore, i giorni, le fasi lunari ed in una nicchia faceva ruotare varie statue che rappresentano le stagioni dell'anno. Ora non tutte le indicazioni sono funzionanti. Ci fermiamo di fronte ad una fontana con il ritratto bronzeo di Cezanne per poi arrivare di fronte alla chiesa di Santa Maria Maddalena nella piazza des Precheurs dove si svolge il mercato dei fiori.

Nell'attigua piazza de Verdun si trova il palazzo di Giustizia. Nell'angolo di quest'ultima entriamo nel passage Agard, un collegamento pedonale fra la piazza e le cours Mirabeau. Passeggiamo lungo il corso, dove si trovano bancarelle con articoli di artigianato, sino alla piazza del generale de Gaulle con al centro una grande fontana. Pranziamo poco lontano in avenue Napoleon Bonaparte al ristorante Le Cintra. Quiche Lorraine con insalata, brasato con funghi e riso pilaf , un gelato per finire. Dobbiamo alzarci in fretta perché è tardi e ci aspetta la visita del museo. Per ragioni organizzative, non possono entrare tutte assieme quaranta persone, dobbiamo dividerci in due gruppi per visitare alternativamente i due musei o meglio le due sezioni distinte dello stesso Musèe Granet che si trova a fianco della chiesa di San Jean de Malta eretta nel tredicesimo secolo. E' stata la prima chiesa gotica della città. La facciata è contornata da due torrette ottagonali ed alla sua destra si erge la torre campanaria. Entriamo nel museo guidati da Salvatore.

Pezzi forti dell'esposizione: otto quadri di Cezanne, due di Picasso e due di Morandi. L'esposizione è collocata nell'edificio dell'ex priorato dell'ordine di Malta ed è intitolato al pittore locale Francois Marus Granet che lasciò buona parte delle sue opere e della sua collezione alla città. Interessante la sezione archeologica con statue delle primitive popolazioni liguri.

Per permettere all'altro gruppo di effettuare la visita veniamo portati nella seconda sezione del museo poco distante: la collezione di Jean Langue sistemata nella vecchia cappella des Pénitents blancs. Quando i due gruppi si sono nuovamente uniti, torniamo verso la cattedrale per poterne visitare l'interno. Salvatore segue un diverso percorso per portarci davanti alla casa in cui è morto Cezanne e all'edificio dove si trovava la banca del padre.

L'interno della cattedrale e diviso in tre distinti parti: il battistero ricavato in un tempio romano, il chiostro romanico e la cattedrale gotica con un imponente campanile ottagonale. Sulla parete destra della navata centrale è conservato il trittico del Rovereto ardente dove è raffigurato il re Renato I D'Angiò e la moglie Jeanne de Laval.

In piazza raggiungiamo una famosa pasticceria con dolci locali a base di marmellata di albicocca per un assaggio ed acquisti dei prelibati biscotti. Risaliamo in pullman in place General de Gaulle alle 19 passate. Nonostante l'ora tarda ci dirigiamo verso la Sainte Victoire, la montagna che ha ispirato più di 80 quadri di Cezanne e che ne ha indirettamente provocato la morte per una polmonite che si è aggravata per essere tornato alle sue pendici per terminare l'opera appena iniziata. Vediamo la montagna attraverso i finestrini del pullman, nascosta dagli alberi senza fermarci.

Rientriamo Marsiglia. Il traffico è intenso per il rientro della domenica e arriviamo in hotel poco prima delle 21, dieci minuti prima della cena al Jardin de la ville. Elisabetta si sente male e deve rinunciare alla cena che non avrebbe comunque gradito: insalata con mozzarella e pomodori, salmone lesso con un flan di zucchine. Le porto in stanza una mozzarella come viveri di sopravvivenza e mi preparo per la notte. Domani mattina la partenza è anticipata alle 8.15. Tullia ha minacciato di svegliare tutti alle 6.30 ma poi è venuta a più miti consigli decidendo di non dare la sveglia a nessuno e lasciare che ciascuno si arrangi.

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