Martedì 22 giugno 2010

“Il treno Eurostar proveniente da Lamezia è stato cancellato per un guasto alla motrice!” Lo sconcertante annuncio ci coglie mentre stiamo raggiungendo il binario 28 della stazione Termini di Roma, diretti a Fiumicino. Abbiamo scelto il treno anziché l'aereo per essere sicuri di arrivare all'appuntamento con il gruppo dell'Arcal Rai di Roma che parte per il tour del Portogallo ed ecco crollare anche quella che sembrava una certezza. Ero convinto che un volo potesse essere cancellato, ma un treno no! Meno male che siamo già a Roma e così l'ansia che normalmente mi prende ad ogni partenza non aumenta. Ho il terrore di arrivare in ritardo. Purtroppo non basta organizzarmi per tempo e calcolare i minuti per un possibile recupero, anche perché devo lottare con mia moglie che è il mio esatto opposto e odia avere tempi morti di attesa. Il gruppo, non molto numeroso, si raduna: siamo in 30 e facciamo conoscenza col nostro accompagnatore Massimo Cianchi. Alle 14 un Fokker 100 decolla. Ci sono posti vuoti a bordo ed è la prima volta che viaggiamo comodamente larghi. Dopo tre ore e mezza atterriamo a Porto e recuperiamo in breve i bagagli in un aeroporto moderno ed efficiente. Ad aspettarci c'è Isabel Burnay, la guida che ci accompagnerà per il tour. Saliamo in pullman e partiamo alla volta di Guimarães. Qui nacque nel 1100 Alfonso che riconquistò il paese dagli Arabi e diventò il primo re del Portogallo. Sulle case e sulle mura leggiamo più volte che: “acqui nasceu Portugal”.


Scendiamo dal pullman in largo do Toural e proseguiamo a piedi lungo le strade del centro storico sino a giungere davanti alla chiesa di Nostra Senhora da Oliveira che si trova nella piazzetta medioevale. Continuiamo a dirigerci ad ovest sino a giungere davanti al Palazzo natale di Alfonso I che visiteremo domani. Risaliamo sul pullman per arrivare all'albergo: l'hotel de Guimarães. Cena a buffet poi una passeggiata per tornare nuovamente in centro a piedi lungo una strada che taglia perpendicolarmente la valle discendendone e risalendone le leggere pendici.

Mercoledì 23 giugno 2010

La città pulita ed ordinata si adagia in una conca sino a giungere al punto più alto occupato dal Palacio e dai resti del Castelo ridotto a pochi torrioni. La maggior parte dei palazzi è intonacata e dipinta di bianco con i fregi in pietra. Il raduno è fissato per le 9,30 perché il palazzo apre alle 10 e solo dopo che l'orologio della vicina chiesa ha battuto l'ultimo rintocco il portone si apre per lasciarci passare.

Entriamo nel cortile con un porticato a due piani. Il secondo piano del Palazzo è riservato a residenza del Presidente per cui è visitabile solamente il primo, composto da tre grandi saloni sui lati collegati sui lati corti da altre sale negli angoli del palazzo. Nel quarto lato la cappella. Iniziamo la visita dal salone dei passi perduti che si trova sul lato opposto a quello della cappella ed ha, lungo la parete, la copia di due grandi arazzi che rappresentano la conquista del Marocco.

Proseguendo il giro in senso orario arriviamo nel salone delle feste con un gran tavolo imbandito con vasi di peltro d'epoca al centro. Il soffitto è in legno a carena rovesciata. Dal portico del cortile saliamo i gradini che portano alla cappella, che ospita una mostra di un pittore sugli orrori del nazismo. L'ambientazione non ci appare particolarmente felice. Mentre visitiamo l'ultimo salone mi attardo per fare alcune riprese. Una delle guide, che sta conducendo un gruppo di bambini, mi fa notare che non posso usare la telecamera all'interno del palazzo. Rimango stupito e cerco il cartello con l'indicazione del divieto. Ne trovo uno in una posizione laterale sulle scale, non particolarmente visibile, che proibisce di portare cani, di fare riprese video, di mangiare, di fotografare e di fumare. Risaliamo sul pullman e ci dirigiamo a Braga che dista poco più di 25 chilometri.

Saliamo sulla collina che domina la città dove si trova il santuario del Buon Gesù. Bello l'interno con una rappresentazione statuaria dipinta della passione di Nostro Signore dietro l'altare maggiore. Nel transetto di destra l'altare di San Clemente con una serie di reliquiari di terracotta che recano su ognuno il ritratto del santo a cui appartiene il contenuto. Sulla sinistra l'altare dove viene esposto il santissimo.

Davanti al santuario si apre la scalinata che scende sino al fondovalle con una serie di fontane che rappresentano le tre virtù teologali ed i cinque sensi. A fianco della scalinata una curiosa funicolare azionata ad acqua. Scendiamo le scale sino a metà del percorso e lì ci viene a prendere il pullman per portarci al centro della città.

Nella piazza stanno facendo le prove per la festa di domani in occasione della ricorrenza di San Giovanni. Gruppi di suonatori di tamburi provenienti da ogni città della provincia si alternano in un ritmico frastuono davanti alla fontana della piazza. E' usanza in occasione di questa festa dare un colpetto sulla nuca alle persone col fiore di un porro in segno di buon augurio. Oggi hanno sostituito i fiori con martelli si plastica fatti a soffietto che emettono un fischio quando vengono usati. Isabel ne compra uno e lo usa come punto di riferimento per il gruppo. Scendiamo verso ovest lungo la strada addobbata a festa sino a Porta Nova. Pranziamo al ristorante Ben Me Quer, ci servono il caldoverde, una zuppa preparata con il cavolo galiziano e bacalau alla Gomes Desa il tutto annaffiato da un ottimo vinho verde. Prima di versare la zuppa, un secondo cameriere appoggia nel piatto una fetta di salume affumicato che dà un particolare sapore al piatto. Torniamo in centro per visitare la bella cattedrale. C'è un matrimonio e non ci lasciano fare fotografie. In compenso ascoltiamo con piacere il coro che accompagna la cerimonia. Raggiungiamo il pullman parcheggiato poco distante ma al sole. E' dipinto di nero e la temperatura all'interno è torrida. Alle 16 proseguiamo il nostro viaggio verso nord diretti a Santiago. Attraversiamo vari rias, estuari che entrano profondamente nella costa. Arriviamo in Spagna e cambia di nuovo l'ora. Alle 20 arriviamo all'albergo Torres di Compostela di Santiago. Il sole non è ancora tramontato e fa caldo. Alle 21 si cena in albergo e alle 22 si parte per un giro esplorativo della città. In pullman arriviamo in Praza de Galicia, scendiamo per raggiungere a piedi, percorrendo Rua do Franco, la Praza do Obradoiro dove si affacciano, sul lato est la cattedrale, sul lato nord l'Hostal del los Reyes Catolicos e, sul lato ovest, il Palacio de Raxoi. Sotto il suo porticato, al centro, un gruppo di suonatori in costume si esibisce per vendere i propri CD. Dopo pochi minuti si accendono i fari e la facciata che prima appariva buia e tetra si illumina e si staglia nel cielo in cui brilla una luna ormai piena. E' la notte di San Giovanni e in varie piazzette si sono radunate molte persone per assistere ai fuochi.

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