Sabato 31 ottobre.

Sveglia alle sette, la partenza é fissata per le otto e trenta. La colazione si rivela poco organizzata, l’albergo non é attrezzato per servire tante persone tutte assieme. Quando scendiamo la macchinetta automatica per il caffé é ancora spenta, non c’é nessuno che ci aiuti a trovare le cose che sono disseminate per la sala. Il bricco del latte freddo é da una parte, quello caldo dall’altra ed uno lo scopre solo dopo che ne ha versata una tazza. Bevo così un caffellatte freddo. La guida locale di oggi si chiama Zina. Partiamo da Tour. Qui ha vissuto come vescovo per 26 anni San Martino. E’ a lui dedicata la basilica in parte distrutta che si trova al centro della parte antica della città.

Sono caratteristici di questa zona i tetti molto spioventi. La necessità di ricavare un granaio ove contenere le derrate alimentari nei centri urbani ha suggerito di utilizzare il sottotetto ampliandolo e dandogli questa particolare forma.

Il tempo é incerto e non sono previsti miglioramenti immediati. Il cielo é coperto ed a tratti pioviggina. Siamo diretti ad Amboise. Passiamo davanti allo stabilimento della Pfizer: qui viene prodotto il "Viagra". La guida chiede se qualcuno é interessato all’articolo e vuole che il pullman si fermi per fare provvista. Nessuno raccoglie l’invito, anzi...

Il castello domina la Loira da una parte e l’abitato dall’altra. Era situato in un punto strategico per controllare il traffico lungo il fiume e fu dimora reale. Nella Cappella del castello é sepolto Leonardo da Vinci, negli ultimi tre anni della sua vita (1516-1519) visse qui al servizio di Francesco I. Nel castello Francesco porta dall’Italia il fascino del rinascimento.

Infatti nella nuova ala le decorazioni sono fatte secondo il gusto di questo nuovo stile. In particolare nei pilastri, nelle cornici orizzontali e nelle finestre degli abbaini. le decorazioni dei pinnacoli sono a forma di foglia di cavolo, nella parte gotica e a forma di vaso rovesciato, nella parte a stile rinascimentale.

Il gotico sviluppa verticalità ed esprime fantasia, mentre lo stile rinascimentale é orizzontalità e simmetria. Tipici del gotico sono i doccioni che servono a scaricare dai tetti l’acqua piovana e sono fatti spesso a forma di mostro pagano. Simboleggiano il male che deve rimanere al di fuori della costruzione.

All’interno ci accoglie la sorpresa di trovare nella sala del Consiglio uno dei due camini acceso. La sala é a due navate con colonne centrali ed il soffitto ad ogiva. Si alternano, come decorazione delle colonne, il giglio (simbolo di Carlo VIII) e la coda d’ermellino (simbolo di Anna di Bretagna)

Anna di Bretagna, ancora giovinetta sposa per procura Massimiliano d’Austria. Ma i matrimonio non viene mai consumato. Anna si innamora di Carlo VIII. Il precedente matrimonio viene annullato, si sposano e vengono ad Amboise.

Carlo muore a 28 anni per un incidente (Ha battuto la testa in un passaggio del castello). Anna sposa il suo successore Luigi XII che la porta a vivere a Blois.

Visitiamo i vari saloni di stile rinascimentale fra cui spicca la camera di Enrico II e saliamo sulla sommità di uno dei due torrioni del castello per ammirare il panorama lungo il fiume.

All’interno del torrione rotondo un passaggio a forma elicoidale permetteva di salire alla sommità del castello anche a cavallo, mentre dall’altro torrione potevano salire dal borgo sottostante i carri con le vettovaglie necessarie al castello.

Alle 10,30 partiamo diretti a Blois. Qui giunti, visitiamo il castello che riunisce quattro costruzioni diverse.

Una medioevale del 1200, con la sala civile gotica che é la più antica di Francia. Ha delle colonne centrali ed il soffitto a botte di legno. La seconda é l’ala di Luigi XII che é una vera e propria reggia. Sono presenti in quest’ala i primi influssi rinascimentali che diventano evidenti nell’ala di Francesco I, posta a destra nel cortile del castello. Nelle decorazioni spicca la salamandra, simbolo di Francesco.

Chiude il cortile interno del castello l’ala di Gastone d’Orlean’s. Nella facciata a tre livelli con colonne, sono presenti al primo livello capitelli dorici, al secondo ionici, ed al terzo corinzi: si tratta di un perfetto esempio di stile neoclassico.

Usciamo e fatichiamo a trovare un locale per fare uno spuntino: la maggior parte sono attrezzati per fornire un panino da consumare in piedi. Vorremmo sederci e stare al caldo per qualche minuto.

Finalmente troviamo un locale tipo fast-food che ha anche specialità francesi: gustose baghette riempite con ogni ben di Dio, quiches lorraine, brioches...

Placata la fame siamo pronti e seduti in pullman per ripartire. Chi manca? Piero la nostra guida non c’é! Ci divertiamo a prenderlo in giro al suo arrivo che avviene con quindici minuti di ritardo rispetto all’appuntamento che aveva fissato. Ma ha dovuto fare da interprete per poter permettere di pagare un difficile conto ad alcuni dei nostri compagni di viaggio altrimenti il ritardo sarebbe stato ancora maggiore.

Arriviamo al castello di Chambord. Il parco ed il bosco attorno al castello é immenso. Sembra il classico castello della fiabe con guglie e pinnacoli alla sua sommità.

E stato fatto costruire da Francesco I in arenaria ed ardesia, non potendo utilizzare per gli enormi costi di trasporto il marmo che il re aveva visto alla Certosa di Pavia.

 

Il castello é tutto incentrato sulla scala elicoidale progettata da Leonardo da Vinci e realizzata dopo la sua morte. Il castello, perfettamente simmetrico, é disposto su tre piani ed ha al suo interno una serie innumerevole di stanze e caminetti.

Dopo il secondo piano é possibile raggiungere il tetto, che é calpestabile, e girare tutto attorno al castello. I camini e la scala formano sul tetto una specie di piccolo paese nei cui dedali é possibile passeggiare e guardare verso tutto il parco.

Guadagnamo l’uscita. Io e Mario stiamo per varcare la soglia del portone del castello; entra un signore che ci chiude l’ombrello in faccia procurandoci una doccia copiosa. Non era quella la massima aspettativa della giornata!

Usciamo all’aperto aprendo subito gli ombrelli, convinti che stia diluviando... non cade una goccia. Non capiamo come il signore che abbiamo incontrato possa aver così inzuppato il suo ombrello se non immergendolo nel fossato.

La Betta e la Bona ridono a crepapelle della nostra disavventura e necessitano per lo sforzo di una sosta supplementare alle toilettes. Ne abbiamo vista una a pagamento poco prima del parcheggio. Entrano ed escono ridendo ancora di più. Rimaniamo un poco indispettiti: non pensiamo che dopo tanto tempo la nostra avventura possa ancora suscitare tanta ilarità. Ci dicono di entrare a nostra volta e di lavarci le mani.

A fianco dei lavandini pendono, in posizione diagonale, infissi nel muro degli oggetti cilindrici di colore biancastro: é il sapone. Per insaponarsi le mani occorre afferrare l’oggetto e strofinarlo. Grandezza, consistenza e posizione hanno fatto pensare le signore a tutt’altra cosa da poter agguantare.

Rientriamo a Tour un poco in anticipo ed abbiamo ancora un’ora per poterci dedicare allo shopping.

Facciamo una visita ai magazzini locali. Decidiamo di acquistare una bottiglia di spumante e dei salatini per brindare al nostro viaggio. Troviamo lo stesso vino ordinato al ristorante e pagato 100 franchi. Ne compriamo una bottiglia uguale per 26 franchi. Il vino in Francia sarà certamente caro, ma molto più cari sono stati gli extra dei ristoranti in cui ci hanno portato!

Cena alle 20,15 sempre al "Bufets de la Gare". Questa sera la cena é ottima: una potage di carote, rostbeef con piselli e per finire un dolce di panna e cioccolato. Innaffiamo il tutto con una bottiglia di Vouvray e una di Bourgueil.

Chiedo il conto per gli extra. Totale 197 franchi. Secondo quanto c’era scritto sul menù dei vini il totale doveva essere di 188 franchi. Pago poi faccio notare la differenza alla cameriera. Si scusa e fa il gesto di restituire il danaro. La fermo dicendo: "Pour Vous Madame!" E’ proprio vero che tutto il mondo é paese ed anche qui non hanno resistito alla tentazione di provarci e gli é anche andata bene!

Terminata la cena facciamo due passi per Tour che si rivela bella ed interessante. "Alla faccia dei due passi!" dice l’Ornella che ne conta ben più di due.

Passiamo davanti alla Cattedrale, poi ci dirigiamo verso il centro antico della città. Sulla Piazza Ploumerau si affiancano case medioevali deliziose, costruite con la struttura portante in legno ed i tamponamenti in mattoni e malta mista a canne.

Questa é la notte di Halloweis e tutti i ragazzi la stanno festeggiando. Molti sono mascherati da cadaveri e da streghe: l’aria di festa dà ancora più movimento al sabato della città.

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