Domenica, 28 settembre 2014.

Per questa mattina abbiamo prenotato la Messa Gospel con l'agenzia Opentours. Ieri Gherardo ha telefonato ed hanno confermato la disponibilità dei posti. L'appuntamento è, come per il tour della città alle 9 all'hotel Sheraton. La linea diretta della metro è ancora interrotta e così Gherardo studia un percorso alternativo. Ormai si muove nella metropolitana come un perfetto newyorchese. Finora non ha sbagliato un percorso e ci guida con estrema sicurezza, anche se non è facile orientarsi nelle stazioni. Le linee hanno un'estensione in città di più di mille chilometri e nelle stazioni i treni si incrociano con diversi binari a più livelli. Ci sembra di essere tornati a Tokio quando eravamo là assieme qualche anno fa. Con largo anticipo arriviamo all'albergo e ne approfittiamo per andare in bagno oltre che per vedere la hall dell'albergo. La nostra guida Sergio Crivellari è un brasiliano trapiantato a New York che fa il suo lavoro con entusiasmo. La prima tappa è nel Riverside.

Ci fermiamo davanti alla cattedrale episcopale di Saint John the Divine. Iniziata nel 1892 da Heins e La Farge è tuttora incompiuta. Costruita in granito e pietra calcarea, ha dimensioni enormi e fonde elementi di ispirazione gotica e romanica. La sua stravaganza la porta ad avere nemici fra i cattolici ortodossi e i gradini del sagrato sono stati transennati per evitare che costoro vengano davanti alla chiesa a sputare per terra per spregio.

All'interno, fra i doni ricevuti, un enorme tavolo in legno ricavato da una sequoia e due grandi sculture appese nella navata centrale, realizzate con materiale di scarto, che raffigurano due fenici. Sono interessanti le sculture del portale centrale. Si può notare in una con un clima apocalittico il crollo del ponte di Brooklyn. In un altra si vedono i grattacieli di New York che soccombono a uno Tzunami.

Ci dirigiamo col pullman ai confini di Arlem nel Bronx, di fianco allo Yankee Stadium, per assistere nella Friendly Baptist Church in avenue Ogden 962 alla messa gospel. Ci fanno sedere di fianco al pulpito. Rimaniamo in attesa.

Dopo qualche minuto la sala si riempie ed inizia la cerimonia che assomiglia più ad un musical che ad una funzione religiosa. Belli i canti e coinvolgente il ritmo. A dir poco, curiosi i personaggi che assistono. Dopo un'ora abbondante usciamo. Ad ognuno viene dato un sacchetto con caramelle e dolci come ricordo per ringraziarci di aver partecipato.

Risaliamo in pullman e torniamo nel Riverside per visitare la Columbia University. I vari edifici del campus sono disposti attorno alla Low Memorial Library. Davanti all'edificio, la statua bronzea dell'Alma Mater che nasconde fra le pieghe del vestito il simbolo della sapienza: un gufo. Di fianco alla facoltà di legge, un edificio moderno collegato da un ponte al resto del campus, alcuni studenti stanno festeggiando davanti ad un barbecue.

Anziché tornare al luogo di partenza scendiamo dal pullman lungo la Columbus avenue all'incrocio con l'ottantunesima strada. Facciamo una sosta tecnica al Planetarium del Museo di Storia Naturale. Riusciamo ad entrare nei bagni che si trovano oltre la biglietteria solo perché abbiamo compreso nel carnet la visita del museo. Gli addetti ai controlli ci lasciano entrare ma dobbiamo uscire dallo stesso ingresso per far loro verificare che la nostra non è una banale scusa per fare una visita in più rispetto a quelle concesse. Attraversiamo Central Park da ovest a est. La vegetazione è stupenda e tutto è curato. Sui prati intere famiglie stanno prendendo il sole mentre i bambini giocano.

Arriviamo al Metropolitan Museum of Art alle 15 ed iniziamo la visita. Daniela e Gherardo, data un'occhiata alla sezione egizia, dove si trova la ricostruzione di un tempio originale, ci lasciano per andare a passeggiare nel parco. Noi proseguiamo la visita dedicandoci alla pittura e scultura europea. La struttura del museo è bellissima e le opere esposte sono altrettanto belle.

Prima della chiusura che avviene alle 17,30, riusciamo a visitare poco più di metà delle 44 sale che compongono la sezione. Cerchiamo i bagni prima di uscire. Sono le 17,10 e gli addetti cominciano ad avvertire che il museo chiude per sgomberarlo al più presto. Uno di loro chiude l'accesso ai bagni con un cordone e fa uscire solo chi è già entrato. Un breve riposo seduti sulla panchina in pietra della facciata e poi prendiamo il bus. Decidiamo di andare a visitare la cattedrale di St Patrick, che si trova all'altezza della cinquantaduesima strada. Scendiamo alla fermata prima davanti alla chiesa di Saint Thomas. Ne approfittiamo per entrare ed ascoltiamo la fine di un concerto per organo. Poco più avanti, dalla parte opposta della avenue, la cattedrale, danneggiata dall'ultimo uragano, è ricoperta fuori e dentro di ponteggi. Assistiamo alla parte finale della messa. Riprendiamo il bus della linea M2 per arrivare alla quarantaduesima strada e qui cambiamo linea prendendo la M42 in direzione ovest per arrivare all'altezza della ottava avenue. Acquistiamo una brioches ed una birra in una farmacia, dove si vende di tutto, oltre ai farmaci e torniamo in albergo. Gherardo e Daniela non sono ancora arrivati. Alle 20 bussano alla nostra camera. Erano preoccupati perché non abbiamo sentito suonare i cellulari per il rumore del traffico. Volevano comunicarci che il giocatore scelto da Giorgio, nostro nipote, per acquistarne la maglia del MBA non si riesce a trovare a New York, dato che fa parte dei Golden State Warriors, squadra di Oakland in California e volevano chiederci se ne dovevano acquistare subito un'altra visto che si trovavano nel negozio ufficiale della lega. Alle 21 usciamo per la cena. Gherardo ha deciso che la miglior scelta possibile per un ristorante sia quella di andare in un locale del figlio della Lella, che a Rimini offre la miglior piadina della riviera romagnola. Qui a New York possiede cinque locali e la scelta cade su quello che si trova vicino alla sesta avenue sulla decima strada e non per niente si chiama: “La Piadina”. Daniela prende dei garganelli, noi invece optiamo per i gnocchi tricolore, accompagnati da un buon rosso della casa. Siamo gli ultimi avventori e alle 10,30 riprendiamo la metropolitana per rientrare in albergo.

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