Sabato, 29 novembre 2014
Faccio la doccia e come mio solito mi lavo i capelli. Non mi ero preoccupato della mancanza dell'asciugacapelli, perché avevo il mio da viaggio, ma al momento buono non funziona. La spina per il rasoio elettrico ha un limitatore di assorbimento. Alla reception cerco di chiedere un fon, ma l'addetto non capisce il mio gesticolare. La ragazza chiama un cameriere che parla bene l'italiano. Costui mi accompagna in stanza e mi svela dove era stato nascosto l'apparecchio. Era fissato dentro un cassetto dello scrittoio. “Sa, la stanza è piccola... dobbiamo sfruttare ogni angolo!” Chiedo di spiegarmi come funziona il comando che regola il riscaldamento. Nonostante le indicazioni il funzionamento dell'apparecchio rimane poco comprensibile perché non sempre ad azioni uguali corrispondono le stesse reazioni conseguenti dell'impianto. Buona la colazione. Purtroppo la frutta è gelata e Betta non riesce a mangiarla. Decidiamo di raggiungere a piedi la prima tappa del nostro itinerario: il Coven Garden. Alle 9,15 usciamo dall'albergo girando a destra per arrivare in Russel Street. Fatti pochi passi lungo questa strada imbocchiamo a sinistra Curt Place quindi proseguiamo lungo la Blomsbury Wat, attraversando New Oxford Street per arrivare sino a Princes Circus. All'angolo della piazza una trentina di persone stanno facendo la fila per acquistare i biglietti del teatro. Lungo le strade circolano pochi mezzi e pochi pedoni. E' sabato ed è ancora presto per l'apertura dei negozi. Svoltiamo a destra in Oruat Lane sino all'incrocio dove vediamo sulla destra la Freemasons Hall sede della massoneria inglese. Ma la nostra meta si trova dalla parte opposta lungo la Long Acre. Giunti circa a metà della strada svoltiamo a sinistra e ci troviamo di fronte alla nostra meta: il Coven Garden Market. La grande costruzione conteneva una volta un mercato di frutta e fiori, ora è stata trasformata in attrazione turistica. Lungo i grandi padiglioni addobbati già per il Natale, tante bancarelle e negozi con gadget di ogni genere. Di fronte all'ingresso principale si trova la chiesa di St. Paul. Nella piazzetta antistante un acrobata sta richiamando l'attenzione della gente per esibirsi. Nell'angolo opposto della grande costruzione un musicista suona battendo il tempo con il piede a cui ha attaccato una lattina di coca vuota per amplificare il rumore. Nel centro del padiglione un uomo con una potente voce tenorile canta davanti ai tavoli di un ristorante pieno di gente che fa colazione all'inglese ingurgitando piatti estremamente sostansiosi. Al di là della strada alla Jubilee Market Hall attira la nostra attenzione un banchetto con statuine raffiguranti coppie di anziani con un aspetto caricaturale vestite di tutto punto con abiti di stoffa e dai prezzi particolarmente elevati. Lasciamo il Coven Garden percorrendo King Street sino a Piccadilly Circus per raggiungere il negozio Fortun & Mason dove Sandra ha intenzione di acquistare delle particolari confezioni di the. Appena usciti dal magazzino prendiamo un taxi per farci portare alla Tower of London. Sandra e Remo hanno già visitato il monumento più volte e preferiscono passeggiare attorno mentre noi entriamo per vedere i gioielli della corona. La torre è un vero e proprio castello fortificato, a fianco del Tower Bridge, con una doppia cerchia di mura.

Al centro la White Tower e dalla parte opposta all'entrata la costruzione dove sono custoditi i gioielli della corona. Decidiamo di entrare subito dato che la fila non ci sembra molto lunga, ma la maggior parte della fila si snoda all'interno del palazzo lungo una serie di sale nell'ala sinistra. Finalmente riusciamo ad entrare nella parte destra dell'edificio dove è custodito il tesoro.

Attraversiamo una porta blindata e ci troviamo di fronte ad una serie di teche con esposte le spade e la veste dell'investitura regale. In una seconda sala sono esposte le corone. Affinché davanti ad esse non si formi una ressa che impedirebbe a chi arriva dopo di avvicinarsi alla teche, sono stati installati due tappeti mobili su ambedue i lati. Le corone sono costellate di pietre preziose con diamanti delle dimensioni di una grossa noce. Nella sala successiva sono esposti i piatti dorati e le coppe per la cerimonia dell'incoronazione, l'urna ed i boccali per il banchetto regale. In un'ultima teca la corona della regina Elisabetta poco prima dell'uscita. Ci fermiamo per addentare i panini che ci siamo portati dall'Italia. Abbiamo ancora poco tempo prima dell'appuntamento con i nostri cugini. Decidiamo di entrare nella White Tower per visitare la cappella di San Giovanni, la più antica chiesa di Londra. Per arrivarci dobbiamo attraversare le sale dove sono esposte le armature regali.

Saliamo al piano superiore ed alla fine delle sale riusciamo ad entrare nella cappella. Qui purtoppo è vietato fotografare. Le pareti della chiesa normanna sono in pietra con uno stile severo. Sopra le robuste colonne si trova un secondo ordine di pilastri che separano la navata centrale dal matroneo.

Non riusciamo a salire al terzo piano per vedere il resto dell'esposizione. Dobbiamo andare all'appuntamento e ci facciamo aprire dagli inservienti l'uscita del primo piano, senza fare così i 114 gradini che ci avrebbero fatto scendere portandoci nei sotterranei. Usciamo dalla torre e ci riuniamo a Sandra e Remo. Una sosta nel bar panoramico della catena Costa di fronte al monumento per rifocillarci.

Prendiamo un taxi e ci facciamo portare alla St. Paul Cathedral. Un grande edificio con una magnifica facciata. Entriamo, per avvicinarci all'altare è necessario pagare un ticket di 16,50 sterline. Il costo ci pare eccessivo in confronto a quello che può offrirci il proseguire la visita e preferiamo dirigerci altrove. Usciamo all'esterno sul fianco sud dell'edificio e ci dirigiamo verso il ponte pedonale costruito nel 2000 per raggiungere l'altra sponda del fiume.

La passeggiata è affollatissima. Tante sono le persone che l'attraversano. Il sole ormai basso sull'orizzonte illumina magnificamente la città e la vista del fiume è suggestiva. Sulla riva opposta troviamo una serie di costruzioni in legno montate per un colorito ed odoroso mercatino di Natale. Proseguiamo lungo la riva risalendo il fiume sino al ponte dei Frati Neri per attraversarlo e ritornare sull'altra riva.

Ormai è buio e pian piano ci avviciniamo all'albergo, prima percorrendo la New Bridge Street per proseguire lungo la Farrigdon Street e passare sotto al ponte del Holborn Viaduct. Svoltiamo a sinistra in Charterhouse Street per arrivare alla High Holburn. Nonostante sulla cartina il percorso sembri breve, siamo ancora lontani e Betta è stanca. Fermo al volo un taxi libero che ci porta in Russel Square a pochi passi dal nostro albergo. Ci concediamo un'ora e tre quarti di riposo e ci diamo appuntamento per uscire ed andare a cena alle 18,45. Scendiamo nella hall ed incontriamo una gentilissima cameriera rumena che presta servizio nell'albergo da sole due settimane. Ha lavorato tre anni a Misano Adriatico ed ora è qui. Parla l'italiano benissimo e ci propone di cenare al ristorante dell'albergo. Lo fa con tanta grazia che siamo tentati di accettare, ma non sapremmo come trascorrere il resto della serata senza fare una lunga passeggiata. E lunga lo sarà veramente perché cominciamo a dirigerci lungo Sout Hampton Row, sino ad incrociare la High Holborn per poi proseguire lungo la Kingsway. Nessuno dei locali che incontriamo ci attira per fermarci a mangiare. Incontriamo fast food, ristranti giapponesi, pub e proseguiamo oltre. Arriviamo alla Aldwych e svoltiamo a destra per arrivare alla Strand. Qui vediamo un locale affollato, ci sembra una steak house e decidiamo di entrare. Si tratta invece di un locale italiano, il Teatre restaurant Salieri al numero 376 della strada. C'è un tavolo libero nell'interrato e ci sediamo. Ordino salmone affumicato e stinco di agnello, mentre Betta sceglie una milanese di pollo con spaghetti per contorno. Sandra e Remo due zuppe di ceci e poi una porzione di chips and fish. Piccola e misera la bottiglietta di birra Peroni che mi servono. Piano piano rifacciamo la strada che abbiamo percorso per arrivare e arrivati all'altezza del nostro albergo, decidiamo di proseguire. Sandra vuole mostrare a Betta il residence dove abitavano 48 anni orsono: Endsleigh Court. Arriviamo davanti al'ingresso. Tutto è rimasto così uguale che le sembra di riconoscere il portiere di un tempo. Una foto ricordo davanti all'insegna luninosa del palazzo e poi pian piano raggiugiamo l'albergo. Quando arriviamo sono ormai le 23 ed è ora di andare a riposare dopo tanta strada fatta a piedi oggi.

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