26 aprile sabato

Alle sette squilla il telefono. "Hallo, good morning!", "Good morning? Ma va fa....". Tutti siamo stati svegliati così, si sono sbagliati gruppo. Cerchiamo di riempire il tempo che ci separa dalla partenza del giro di oggi che inizia alle 10.

Giriamo per le strade attorno all'albergo facendo percorsi diversi dal solito. Le strade sono ancora vuote, o meglio, dato che non ci sono ancora acquirenti sono piene dei "butta dentro" di ogni negozio che quasi non ti lasciano passare. Il quartiere ne è pieno, in ogni costruzione o vi è un albergo, oppure tutti i piani sono occupati da piccoli negozi. I maggiori acquirenti sono i russi che comprano stock di merce per rivenderla al loro paese. Gli articoli che più si notano sono capi di abbigliamento, biancheria e rotoli di plastica adesiva per l'imballaggio della merce che viene portata con i carretti spinti a mano alle auto degli acquirenti.

Alle 10 siamo tutti sul pullman. Questa volta manca la guida che arriva dopo pochi minuti. Si chiama Selik. Non fa più la guida da tre anni, commercia in legname e parla molto bene l'italiano. Ha frequentato il liceo dei Salesiani a Istanbul. E' stato ingaggiato per l'occasione.

Raggiungiamo la moschea nuova che, iniziata contemporaneamente alla moschea blu (16° secolo) è stata terminata settanta anni più tardi perché i lavori sono stati sospesi per cinquanta anni.

A fianco della moschea vi è l'entrata del mercato egiziano delle spezie. Oltre alle spezie viene venduta frutta secca e altre merci. I negozi sono variopinti e ci divertiamo a contrattare. Mario e Gabriele sembrano maestri in quest'arte e la Bona non si dimostra da meno.

Curioso è lo scherzo che vediamo mettere in atto dai negozianti: se una persona si ferma per troppo tempo davanti al negozio di un concorrente, con un bastone, senza farsi vedere, danno una leggera botta sul piede del turista. Il gioco diventa divertente quando riescono a ripetere per più volte la stessa operazione senza che il malcapitato capisca cosa gli stia succedendo. Questo accade ad un nostro compagno di viaggio di Bologna, vittima per tre volte dello scherzo. Non riesce a dissimulare non solo la sorpresa ma anche il fastidio.

Ci dirigiamo a piedi al battello e ci accingiamo ad uno spericolato attraversamento della strada a quattro corsie che ci separa dall'imbarco.

Siamo guidati da Selik, che alza un dito e..., potenza delle guide turistiche, ferma il traffico.

Saliamo in sedici su un battello che potrebbe portare più di cento persone ed iniziamo la navigazione. C'è il sole a tratti coperto dalle nubi, ma non riesce a riscaldarci molto. Fa freddo, ma lo spettacolo è così bello che restiamo tutti in coperta ad ammirarlo.

Passiamo sotto i due ponti sospesi sul Bosforo che sembra più un canale che uno stretto. Sulle sue rive si susseguono una serie di palazzi e ville. Quelle moderne sono bellissime, con ampie vetrate e si intravedono al loro interno salotti magnifici.

Sono caratteristiche le costruzioni in legno. Alcune sono state restaurate. Lo stato dà un contributo per il loro recupero. Sbarchiamo e ci fermiamo in un ristorante. Il pranzo è a base di pesce ma non ha niente a che vedere con quello che siamo abituati a vederci servire in Romagna. Discreto il fritto di cozze. Senza commenti il mezzo sgombro spinato cotto alla griglia, che non sa di niente ed è un poco stopposo.

Risaliamo sul pullman che è venuto a prenderci. Facciamo un piccolo tour fra la parte europea e la parte asiatica di Istanbul e vediamo la zona residenziale che nulla ha da invidiare a quella di una moderna capitale europea. Purtroppo, come tutte le nuove zone residenziali non ha una connotazione architettonica particolare ed assomiglia ad un qualsiasi quartiere europeo di discreto livello.

L'ultima fermata, prima del rientro nel centro di Istanbul, la facciamo alla collina detta "degli innamorati". Un punto panoramico da cui si vede dall'alto lo stretto con i due ponti sospesi. Il pullman ci lascia all'entrata del Gran Bazar ed approfittiamo per fare gli ultimi acquisti.

La sera al ristorante, di fronte all'albergo, cerchiamo di spendere tutte le lire turche che abbiamo e pagare il conto metà in lire turche e metà in dollari si rivela un'impresa un poco laboriosa. Alla fine "nestcafè e raki" per tutti in omaggio. Rientriamo in albergo e dopo l'ultima barzelletta di Gabriele, tutti a letto in attesa della sveglia delle 5.

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