27 aprile domenica |
|||||||
La sveglia ci viene data per la precisione alle 4,45. Scendiamo alle 5,30. Dovrebbe essere pronta la colazione. La tavola è imbandita, ma manca quasi tutto. Non c'è il burro, il tè, e neppure le paste. al posto del caffè esce acqua dal bricco. C'è solo il pane, la marmellata, i formaggi ed il salume. La maggior parte di noi mangia un misero panino farcito con un poco di marmellata e beve aranciata. Gabriele si prepara un panino imbottito con formaggio e salume. L'appetito non gli manca! Alle 6,30 arriva il pullman, saliamo, mancano due persone. Ornella e Ivan si sono attardati per bussare alle porte delle camere e chiamare gli altri che sono già scesi. Arriviamo all'aeroporto e non riusciamo ad entrare. L'ingresso al parcheggio è completamente bloccato. E' arrivato un aereo con i pellegrini che tornano dalla Mecca. I loro familiari sono andati ad accoglierli ed occupano tutto il parcheggio e le vie d'accesso. Assieme ai bagagli molti trasportano taniche d'acqua. Aspettiamo pazientemente e solo dopo una buona mezz'ora riusciamo a raggiungere il terminal. Espletiamo le pratiche di imbarco, passiamo la dogana ed aspettiamo pazientemente in una calda e spoglia sala le nove, ora di partenza dell'aereo. "Ca...spita, esclama Gabriele, per partire alla nove c'era bisogno di alzarsi alle cinque!" Saliamo sull'aereo e puntuali decolliamo. Il segnale di non fumare e mantenere allacciate le cinture di sicurezza tarda a spegnersi. La Daniela osserva che l'aereo lascia una scia dall'estremità delle ali. Chiama l'hostes e chiede, indicando fuori dal finestrino in direzione di quello che ha visto: "It's normal ?" Le viene risposto: "Normal, normal!" Ma costei si dimentica di aggiungere che si tratta della normale procedura adottata per gli atterraggi di emergenza: prima l'aereo deve liberarsi del carburante e conservare solo quello strettamente necessario. La scia che vediamo è il cherosene che esce dagli ugelli sulle ali e si vaporizza per poi ricadere sul mare. Il comandante avverte dagli altoparlanti che per un problema tecnico torneremo all'aeroporto di Istanbul. Nessuno chiede altre spiegazioni. Tutti cercano di mostrare indifferenza, ma i visi sono pallidi e non si sente volare una mosca. L'atterraggio avviene con una delicatezza particolare. Vediamo, scendendo, che un reattore è stato aperto e un tecnico lo sta esaminando. Con un reattore fuori uso, se l'atterraggio fosse stato sbagliato non c'era più la possibilità di riprendere quota. Ci fanno cambiare aereo, per fortuna ce ne è un altro già disponibile sulla pista. Partiamo con circa due ore di ritardo. Questa volta il volo è regolare e giungiamo all'aeroporto di Bologna senza altri contrattempi. Solo il ritiro delle valige è difficile perché si mescolano a quelle di un altro volo proveniente da Malaga. Per la Daniela si trattava del battesimo dell'aria. Non c'era proprio bisogno che per renderlo indimenticabile si affannassero tanto! |
|||||||