Mercoledì 21 luglio 2004 Questa
mattina colazione in dinette. Il pozzetto é completamente al sole e c’é già
molto caldo. La giornata si preannuncia rovente. Acquistiamo pane e latte e
poco dopo le nove molliamo gli ormeggi. E’ prevista una navigazione di due
ore per arrivare in una insenatura dell’isola di Brac per fare il bagno e
pranzare, per poi proseguire sino all’isola di Hvar. Usciti
dall’insenatura formata fra la costa e l’isola di Ciovo, che é davanti a
Trogir ed é unita alla città con un ponte girevole, facciamo rotta per 140
gradi (sud-est) e lasciamo a dritta l’isola di Solta. Betta
e Gherardo continuano la sfida interminabile a burraco, Mariangela e
Cristiana sono al lavoro distese a prora, Michele recupera un po’ di sonno
sdraiato in cuccetta. Questa
notte quattro ubriachi che urlavano lo hanno svegliato e nonostante abbia
ripreso dopo poco il sonno deve avere sofferto molto. Una fitta vegetazione, che rispetto a quella delle Incoronate ci appare lussureggiante, ricopre le isole che hanno cambiato colore. |
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Alle
undici e mezzo entriamo nell’insenatura di Lucice e ci ormeggiamo legando una
cima ad una boa, di fianco ad una decina di barche. Poco dopo un veliero a due alberi lungo una cinquantina di metri butta l’ancora nell’insenatura a fianco. Alle 12,40 sembra che nessuno abbia fame: due padelle di scaloppine, un intero formaggio e una ciotola di fagiolini vengono fulminati. Il leggero mal di testa che accusava Francesco si rivela un disturbo da fame. |
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Accompagnati
in sottofondo da un concerto interminabile di cicale ci impegniamo in un
riposo alla fonda. Una leggera brezza ci accarezza e lenisce il bruciore dei
roventi raggi del sole. I patiti del bagno ad oltranza si tuffano
ripetutamente e mentre Brunella rigoverna la barca il resto dell’equipaggio
si addormenta. Ingannati
da una leggera brezza salpiamo a vela, ma usciti dalla baia troviamo i soliti
quattro nodi di vento. Nonostante non abbiamo molta fretta non si può
proseguire così e Francesco mette in moto il motore. Con bel tempo stabile
non si può pretendere di avere anche un forte vento. Ci
dirigiamo verso la punta Pelegrin dell’isola di Hvar per arrivare alla città
che dà il nome all’isola ed é situata nell’estremità ad ovest. A metà del canale il vento ritorna e supera i dieci nodi. Apriamo di nuovo le vele e giungiamo a doppiare il capo. |
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Il porto della città é minuscolo e la marina é nell’isola di fronte per cui l’unica soluzione é ancorarci davanti al porto. Scendiamo a terra e ci inoltriamo per le viuzze del paese. La maggior parte porta alla grande piazza che si apre di fianco all’arsenale e sul fondo si trova la cattedrale. Iniziamo la ricerca dello scalone che porta all’ingresso della fortezza che domina la città. |
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Dopo vari infruttuosi tentativi troviamo chi ci dà delle indicazioni precise e saliamo sino all’ingresso del lungo sentiero che sale fino alla fortezza. La salita é impegnativa ma ne valeva la pena. Il panorama, illuminato dalla luce del sole che tramonta, é incantevole. Mi accorgo di aver ripetuto più volte la medesima inquadratura. |
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Rientriamo a bordo per la cena. Ottime le linguine alle noci che prepara Mariangela. Terminata la cena ci prepariamo a tornare a riva. Betta che ha avuto qualche difficoltà a salire sul molo dal canotto, vorrebbe fermarsi a bordo. Riusciamo a convincerla spiegandole che adesso con meno movimento delle barche la manovra é più agevole e passeggiamo di nuovo lungo al porto. |
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Il paese, molto animato, é pieno di piccoli locali. Alle undici torniamo a bordo mentre i più giovani restano a terra più a lungo per assaporare la famosa vita notturna del paese. Ma é talmente notturna che non riescono ad assaporarla a pieno, nonostante la disponibilità di Francesco a reimbarcarli anche ad un’ora tarda. I ragazzi che hanno incontrato hanno spiegato che le discoteche si animano alle due e mezza e la musica prosegue sino alle cinque. E me ne accorgo anch’io che, svegliato da un rumore ritmato ed assordante, stento a riprendere sonno. |
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