Venerdì 18 aprile 2003.

Dopo un'ottima colazione, alle 9 siamo tutti radunati nella hall. Daniela ci conta e partiamo. A piedi percorriamo Falgi Tee per raggiungere Lossi plats con il parlamento estone da una parte e la cattedrale Alessander Vevski dall'altra. Un tempio ortodosso costruito dall'impero zarista alla fine dell'ottocento. Gli estoni hanno tentato invano di farlo demolire dopo l'indipendenza del 1991. Entriamo all'interno delle chiesa che é a tre navate. In quella di destra si sta celebrando la messa. Il rito avviene al riparo delle grate che dividono la chiesa. I fedeli ascoltano e cantano senza vedere il sacerdote.

Proseguiamo sino alla Toomkirk, la cattedrale di rito luterano, antica costruzione gotica. Bello l'interno con i banchi chiusi in legno. Alle pareti sono appesi gli stemmi dei baroni della città. Ci affacciamo su un balcone per ammirare dall'alto il panorama della città, ma oggi é una giornata nebbiosa, dal mare arriva un'aria gelida e la temperatura non supera i due gradi. Gli edifici si intravedono solamente. Scendiamo dalla parte alta e passiamo a fianco della Niguliste kirik. La chiesa é una delle più antiche di Tallin. Fatta innalzare da mercanti tedeschi e dedicata a San Nicola di Bari, patrono dei marinai, distrutta nel 1944 é stata ricostruita ed adibita a museo medievale ed a sala concerti.

Proseguiamo sino alla Raekoja plats, la piazza del Municipio, quindi la guida ci porta dabanti alla Pühavaimu kirik, duecentesca chiesa dello Spirito santo di rito luterano. La funzione é in corso ed il gruppo non può entrare per una visita turistica. Tatiana ci concede mezz'ora di sosta e ci indica il caffè pasticceria Maiasmookk che significa il goloso. Molti di noi entrano per rifocillarsi ma soprattutto per riscaldarsi.

Io e Betta desideriamo passare alcuni minuti in preghiera ed entriamo nel tempo del Santo Spirito, poco distante. La funzione é ormai al termine. La chiesa é a due navate, i banchi ed il loggiato di legno scuro sono in stile barocco. L'interno ispira un grande raccoglimento. L'altare é posto in fondo a sinistra nella navata d'ingresso, mentre nell'altra c'è il coro rivolto verso l'altare. Gli officianti, di schiena davanti all'altare, sono vestiti di nero. Si tratta di un uomo e di una donna. La cerimonia prosegue con la comunione che viene data dal sacerdote intingendo l'ostia nel calice sorretto dalla donna.

Usciamo prima della fine della funzione e ci riuniamo al gruppo. Percorrendo la Pikk Tanav raggiungiamo l'Oleuste kirik, con una torre alta 124 metri che termina con una guglia affilata. La chiesa é attualmente chiusa e le giriamo solamente attorno per raggiungere le Kolm Ode, un complesso di tre edifici denominato le tre sorelle, uno accostato all'altro sono stati costruiti in tre secoli diversi a partire dal 1400. Dal più vecchio al più recente le finestre e di conseguenza le facciate si allargano perché in passato le tasse venivano pagate in funzione della larghezza delle finestre, quando sono progressivamente diminuite, la larghezza degli edifici é aumentata.

Ritorniamo sui nostri passi ed ammiriamo i palazzi delle diverse gilde dei mercanti, equivalenti alle nostre corporazioni: gilda di Solaf, gilda di San Canuto, gilda maggiore... Attraversiamo di nuovo la piazza del municipio e percorriamo Liru Tanav. Prima di raggiungere la porta giriamo a sinistra in una via sovrastata dalle mura. Per sorreggerle sono stati gettati dei contrafforti in cemento armato, che stonano col resto della costruzione.

Fra i contrafforti, sotto una serie di tendoni rossi di plastica sono state ricavate delle bancarelle che vendono i manufatti in lana dell'artigianato locale. Ci fermiamo per comperare un lunghissimo cappello che si porta avvolgendolo attorno al collo come una sciarpa e perdiamo contatto col gruppo. Ci recupera Daniela che si é accorta della nostra mancanza ed é venuta a recuperarci. Con Lei anche volendo é impossibile perdersi.

Raggiungiamo il nostro ristorante. Un locale in stile medioevale dove i camerieri servono in costume ottimo cibo. Crauti crudi, una polpetta ovale di carne di bue piccantissima, servita con fagiolini lessi e patate. Immancabile il caffè e, quanto pensiamo che non sia previsto il dolce, ecco arrivare un piatto riempito con una crema lenta e dell'albume montato a neve e passato al forno. Buona la crema ma l'albume, senza zucchero, ha il sapore dell'uovo fritto.

Siamo tutti un poco frastornati per il freddo. Più di una persona confonde le parole e scopriamo che nel casinò dell'albergo qualcuno ieri sera si é giocato quello che aveva perso.

Torniamo a porta Viru e saliamo sul pullman per un giro panoramico lungo il porto ed il mare che é in parte ancora ghiacciato. La nebbia si é alzata ed é spuntato il sole che illumina i cigni che nuotano nell'acqua. La vecchia periferia é disseminata di case di legno. Dopo essere arrivati davanti al Monastero di santa Brigida torniamo al punto di partenza e scendiamo.

Poco lontano un altro mercatino con bancarelle di artigianato locale. In una sono esposti buffi cappelli in peltro. Tutti passano e li provano senza comperarli. C'è chi addirittura si fa fotografare dalla venditrice.

Lei graziosa non si scompone e continua a sorridere. Giriamo a destra per la Vene Tanav e cerchiamo la Katolik Kirik. Sulla facciata della chiesa spicca una scritta in latino: "Hic vere est domus dei et porta coeli" (questa é la vera chiesa di Dio e porta per il paradiso). Potenza della concorrenza!

Giriamo per le strade del centro della città cercando di scoprire quelle che ancora non abbiamo visto ed entriamo in un negozio di oggetti di legno posto in un seminterrato. All'ingresso un cartello avverte che la porta é alta solamente un metro e sessanta centimetri. Siamo certi che Giovanni, il più alto del gruppo che supera i due metri, qui non é entrato.

Arriviamo nuovamente in centro ed entriamo nell'Olde Hansa, un locale di fronte al ristorante ove abbiamo pranzato. Spieghiamo che vogliamo bere una birra. Ci spediscono al terzo piano e ci avvertono che possiamo restare solo due ore perché lì sarà servita la cena. Rassicuriamo le cameriere che non abbiamo intenzione di sbronzarci continuando a bere birra per due ore e prendiamo posto.

Ordiniamo due tè e tre birre e qui abbiamo qualche difficoltà a farci capire. Paolo ordina tre birre locali. "Quali?" ci chiede il cameriere. Non sappiamo cosa rispondere e chiediamo quali siano le tre birre locali. La risposta é incomprensibile ed alla fine il cameriere propone di portarci tutte e tre le qualità. Non sapevo che nelle usanze locali ci fosse anche quella di aggiungere alla birra delle profumazioni particolari. Alla prima é stato aggiunto del miele, alla seconda della cannella, alla terza la stessa spezie che abbiamo sentito oggi nell'intruglio che accompagnava la carne. "Che cos'è?" chiediamo al cameriere e questo ci risponde con una specie di grugnito: "Horn".

Ne sappiamo quanto prima, ma non osiamo chiedere altro. Non vorremmo che questi potesse equivocare e ce ne portasse un altro bicchiere. Non sopravviveremmo.

E' tornata a scendere la nebbia e fa di nuovo molto freddo. Rinunciamo a vedere nuovamente il panorama della città e rientriamo in albergo. Per cena un'insalata di germogli di soia con marmellata di fichi ed un insaccato a fette probabilmente di fegato. Un arrosto di carne di vitello con riso e per finire una coppa di panna con amarene e frutti di bosco. Per riuscire a pagare le birre con le ultime corone organizziamo una specie di colletta generale per non cambiare altra valuta. Poi scopro dove ha passato la serata di ieri mia moglie. Nell'albergo c'è una specie di casinò con slot machine e video poker dove alcuni di noi sfogano la passione per il gioco.

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