Venerdì 23 agosto 2002. Amsterdam-La grande diga Afsluitdijk-Volendam-Marken-Colonia km. 442

6,45 sveglia, 7,15 colazione, 8,10 partenza. Siamo diretti al nord dell'Olanda per raggiungere il punto più lontano del nostro viaggio, la grande diga Afsluitdijk, un'opera colossale realizzata in sassi e terra per regimentare i flussi delle maree e permettere lo sfruttamento di una maggiore superficie di terra. Lunga 35 chilometri larga novanta metri ha un sistema di chiuse che permette il deflusso delle acque verso il mare ma che impedisce il movimento opposto.

E' stata progettata nel 1890 dell'ing. Lely. La costruzione é iniziata solamente nel 1918. Inaugurata nel 1932, ha trasformato lo Zuiderzee nel nuovo Isselmeer che ora é un bacino di acque dolci. Lungo la diga corre un'autostrada a quattro corsie. Ci fermiamo nel punto dove si trova il monumento eretto nel 1990 per ricordare la fine dei lavori, una statua in bronzo raffigurante un uomo piegato che posa l'ultimo sasso.

Nel frattempo il pullman ha proseguito sino al punto in cui ha potuto fare la conversione e ci viene a prendere dalla parte opposta dell'autostrada. Cominciamo il lungo viaggio di ritorno.

La campagna appare di un verde intenso. La maggior parte del terreno é adibita a pascolo per il bestiame che viene lasciato libero. Non esistono reticolati. A contenere gli animali sono sufficienti i canali sempre pieni che contornano gli appezzamenti di terreno. Siamo diretti a Volendam , un villaggio di pescatori poco lontano da Amsterdam.

A tre chilometri dalla nostra meta ci fermiamo presso un'azienda agricola che produce formaggio ed ha organizzato uno spaccio per gruppi turistici. Ha un ampio parcheggio dove uno dopo l'altro arrivano i pullman. E' presente una delle attrezzature indispensabili per la sosta delle comitive: bagni abbastanza capienti per poter ricevere molte persone contemporaneamente. Ci fanno accomodare tutti assieme in una sala davanti ad una caldaia per la preparazione del formaggio e ci spiegano come avviene. Il latte viene riscaldato e fatto cagliare, il caglio viene frantumato con grossi forchettoni e separato dal siero. Apprendiamo di essere degli sciuponi: il siero da noi lo danno ai maiali, il ragazzo che ci sta parlando afferma di berlo regolarmente perché ringiovanisce. Potrebbe essere anche vero, non che ringiovanisca, ma che lo diano da bere sul serio, spacciandolo per un miracoloso siero della gioventù.

Le forme preparate vengono passate in salamoia e consumate fresche dopo 15 giorni o paraffinate e stagionate per due o quattro mesi. Al massimo la stagionatura dura un anno per produrre un formaggio da grattugiare.

Finita la spiegazione viene aperta una seconda porta e veniamo fatti entrare nel negozio. Ogni gruppo, nell'acquisto, viene tenuto accuratamente separato dagli altri. Forse esiste un accordo e, se é vero, si tratta di una cosa che ha i suoi lati positivi. In questo modo viene organizzato quello che qualcuno nel gruppo avrebbe comunque chiesto di poter fare: la domanda pianifica l'offerta.

Arriviamo a Volendam che si trova in riva al mare. La riva, non pensiate di poter vedere da queste parti spiagge ed ombrelloni, é costituita da un argine e sulla sua sommità passa la strada principale del paese, su cui si affacciano case a due piani.

Il turismo ha fatto riempire la case di negozi, quasi tutti con le medesime cose che abbiamo trovato lungo il nostro percorso in Olanda. Oggi sono pieni di turisti, la maggior parte italiani. E' agosto ed in questo periodo si concentrano le nostre ferie e di conseguenza le nostre vacanze.

Scendiamo una scaletta abbandonando l'argine ed entriamo nel cuore del vecchio borgo. In mezzo a piccoli canali sono attaccate le una alle altre minuscole case di legno. Il silenzio é totale e forte é il contrasto con la strada che si trova ad una decina di metri. Qui si sentono cinguettare gli uccelli e si vedono le anatre ed i cigni nuotare pigramente lungo i canali.

Un panino con l'aringa addentato stando seduti sulle panchine, una birra e poi di nuovo al pullman. Sono già le 13,30 e le due ore di tempo libero concesse sono volate. Nel parcheggio contiamo quindici pullman: dieci sono italiani.

Partenza per Marken che é un'isola, davanti a Volendam, ora collegata alla terra da una sottile diga. Qui tutto é piccolo: il paese, le case, il cimitero, che é situato su un rialzo del terreno in mezzo ad un folto gruppo di alberi.

Per accedere all'isola bisogna pagare un pedaggio di un euro e mezzo. Alcune donne anziane sono ancora vestite con i costumi locali. Niente a che vedere con le graziose olandesine che lo stereotipo degli anni passati ci ha mostrato nelle fotografie dei depliant pubblicitari.

O forse sono le stesse di allora e nessuna giovane nel frattempo ha preso il loro posto. Adesso svolgono compiti di custodi nelle case sul porto, che ,come piccoli musei, sono state arredate di nuovo come dovevano esserlo in passato quando l'isola era solo un luogo di pescatori di pesci e non di turisti.

L'itinerario della visita é come al solito condizionato dalla ricerca di un bagno. Il terrore che possa scappare mentre si é in viaggio porta ad utilizzare le toilette anche quando non servono e tutti, anche i più resistenti, vengono contagiati dagli altri. La spesa per l'ingresso in questi locali ha sinora rappresentato nel viaggio un costo di non lieve entità.

Alle 15 partenza puntuale per Colonia ed arrivo altrettanto puntuale alle 19,30. L'albergo Dorin, si trova in zona fiera, sulla sponda est del fiume Reno, non troppo lontano dal centro.

Per cena, crema di zucchine con scampi, salmone con verdure miste e patate novelle, cream caramel per terminare.

I piatti sono buoni ma il salmone ha una strana colorazione. Siamo di fronte ad una specie ancora sconosciuta: salmone bianco del Baltico. Alle rimostranze di Teresa, che protesta sostenendo che ci hanno propinato del merluzzo, con una faccia tosta normalmente sconosciuta ad un tedesco, lo chef risponde imperterrito: " salmone stagionale!".

Accompagnati da Teresa e da Silvano ci dirigiamo verso il centro. Attraversiamo le vie attorno al quartiere fieristico per raggiungere il passaggio pedonale sul ponte della ferrovia che attraversa il Reno. Tutti in silenzio e concentrati con Teresa in testa avanziamo veloci e compatti. "Ma lei dove ha fatto il servizio militare?" chiede Bianca "Questo é il digestivo corroborante offerto dalla Boscolo!" risponde Teresa contraccambiando lo scherzo.

Lo spettacolo della cattedrale illuminata nella notte ripaga della fatica. Proseguiamo verso il vecchio palazzo comunale, completamente distrutto durante la guerra e ricostruito identico all'originale in stile gotico, quindi ritorniamo sui nostri passi verso la piazza centrale. Chiudiamo la serata con un paio di bicchieri in un vecchia birreria del centro e dopo torniamo in albergo volando basso fra le strade del centro con un taxi-jet.

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