Giovedì 22 agosto 2002. Amsterdam- Zaanse Schans-Amsterdam km. 150

Il cielo é ancora coperto. La zona di bassa pressione non si sposta dall'Olanda. Fa freddo ma non piove.

Il buffet della colazione é ricchissimo ed ognuno si attarda a rimpinzarsi a più non posso: ecco spiegato il motivo per cui Teresa ci ha lasciato un quarto d'ora in più. Bianca scende in anticipo e riconquista il tavolo che non siamo riusciti ad occupare ieri: le donne non mollano mai. Valerio, l'unico ragazzino del gruppo, adocchia un gruppo di brioches, particolarmente invitanti, poste in una piccola carriola sorretta da un pupazzo raffigurante un grasso fornaio. Ne afferra una e si accorge subito che fa parte della decorazione del tavolo: "E' di gesso!". Silvano sembra spaesato, non sa cosa fare, gli manca la ginnastica mattutina con sollevamento pesi per sistemare i bagagli.

Partiamo e, giunti al quartiere fieristico (denominato RAI acronimo delle parole che nella lingua locale significano biciclette, automobili e internazionale) situato alla periferia della città, ci fermiamo per incontrare la guida. Aspettiamo per più di un quarto d'ora. "Siamo in anticipo perché non potevamo sapere quanto traffico avremmo incontrato", spiega Teresa. Tutti fanno finta di crederci: la flemma locale dopo il ristorante ha colpito ancora, é la guida che é in ritardo, un'anziana signora che con un trucco marcato si sforza di apparire giovanile.

Questa mattina probabilmente ha calcolato male i tempi della cosmesi.

Ma poco importa l'aspetto, quello che conta in una guida é l'esperienza e la preparazione: Petri ne ha.

La città é stata costruita in una zona paludosa collegando le isole con numerosi ponti. I canali girano concentrici attorno al nucleo storico e sono fiancheggiati da file di olmi.

Le case che sono costruite in mattoni rossi su palafitte profonde fino a 18 metri. Sono strette e lunghe. Con scale interne minuscole. Per poter sollevare i mobili più ingombranti ai piani superiori, sulla sommità della facciata, costruita con una pendenza verso la strada, é posta una putrella con un gancio.

In questo modo i carichi non strisciavano contro la parete durante il sollevamento. Anche la parte moderna della città é stata costruita con edifici rispettosi del carattere ambientale.

Dopo una mezz'ora di tour il pullman si ferma in prossimità del centro e veniamo sbarcati davanti al mercato dei fiori e lasciati liberi per una mezz'ora. Al termine riprendiamo il giro turistico in pullman mentre Petri ricomincia la sua spiegazione. Senza impianto di amplificazione non potrebbe farsi sentire da 49 persone e senza la sosta tecnica di mezz'ora non riuscirebbe a tirare il fiato.

Il tour si conclude davanti ad una taglieria di diamanti. Al suo interno ci vengono sommariamente spiegate le tecniche di taglio, mentre alcuni operai usano antiquate mole con morse di posizionamento delle pietre manuali. Oggi per il taglio dei diamanti, vengono utilizzate macchine controllate da computer. Quella che ci viene fatta vedere sembra una messa in scena fatta con macchinari obsoleti. L'edificio più che una fabbrica per la lavorazione dei diamanti sembra una trappola per polli.

Ci fanno accomodare in una saletta riservata, cominciano a mostrarci pietre dai prezzi esorbitanti e gioielli dalla montatura ormai fuori moda che somigliano a fondi di magazzino. Per uscire siamo costretti a passare attraverso un labirinto con una serie di vetrine piene di merce sempre meno costosa per accontentare ogni possibile capacità di spesa. Sembra di essere in una stazione di servizio dell'autostrada con un tortuoso percorso obbligatorio per guadagnare l'uscita.

Appena fuori ci dirigiamo immediatamente al museo Vincent van Gogh che si trova lì vicino. Le due file di persone in attesa di entrare sono lunghe più di trenta metri, ma le biglietterie sono veloci e solo dopo un quarto d'ora entriamo.

Il museo, moderno e funzionale, é stato concepito in modo da permettere di ammirare da vicino i quadri, apprezzandone completamente la bellezza. Pur essendo gremito riusciamo a vedere ogni opera comodamente ed il sistema di audioguida é ben realizzato per la tecnologia applicata e la qualità dei testi italiani che sono letti da attori. La visita al museo potrebbe da sola giustificare tutto il viaggio.

Afferriamo al volo due panini nel self-service del museo e ci precipitiamo al pullman. Oggi non vogliamo arrivare in ritardo dopo il pranzo! Il tempo é migliorato ed il cielo si sta schiarendo.

Alle 14,15 partenza per Zaanse Schans, un piccolo paesino del settecento con case in legno, canali e mulini, ora trasformato parte in museo, parte in attrattiva turistica, che si trova vicino alla città di Zaandam.

Dopo aver assistito alla spiegazione con dimostrazione pratica di come si costruisce uno zoccolo a macchina utilizzando legno di pioppo verde, entriamo in un mulino in funzione che veniva utilizzato per la produzione dei colori.

Le varie ruote azionano alternativamente i magli per sminuzzare il legno e le macine per ridurlo in polvere.

Adriano si informa dove sia il museo degli orologi. Avute le spiegazioni di dove trovarlo, non pensa ad altro, non ci aspetta ed attratto come un'ape dal nettare si precipita verso la costruzione che gli é stata indicata dimentico di ogni altra cosa.

Anche lui, che é un esperto, non credeva di trovare una collezione così completa e ben esposta. Non c'é nessun altro visitatore e l'organizzatore, bigliettaio e custode del museo ha tempo per seguirci e mettere in funzione uno dopo l'altro vari orologi e carillon.

All'ingresso ci é stato dato un catalogo con le spiegazioni in italiano ma non ne abbiamo bisogno. Adriano ci descrive uno dopo l'altro gli oggetti esposti, dimostrando una conoscenza eccezionale. Non riusciamo a capire come una così bella mostra susciti così poco l'interesse delle persone che visitano il paese.

Acquistiamo all'uscita la foto ricordo che ci hanno scattato all'arrivo poi riprendiamo il pullman diretti in albergo. Ci rimane più di un'ora per riposarci e ripulirci. La cena é fissata per le 19,30.

Questa volta non mi lascio fregare dal buffet, so già dove dirigermi e mi infilo senza esitazione fra le persone. A tavola Adriano mangia soddisfatto senza profferire parola. "Ma Adriano non dici niente?" gli chiede Bianca "Ho la bocca piena" le risponde "Ma a tavola si parla", "Allora parla che ti ascolto!"

Percorriamo per la terza volta nella giornata i trenta chilometri che ci separano da Amsterdam per raggiungere nuovamente il centro ed imbarcarci sulla chiatta che ci porterà attraverso i canali della città per la navigazione notturna. Ci uniscono ai passeggeri di un secondo pullman della Boscolo che sta facendo il tour di nove giorni. In totale la grande chiatta imbarca più di cento persone. Ogni tavolo ha a disposizione pezzetti di formaggio olandese e due bottiglie di vino. Cominciamo il giro. La prima tappa é il fiume Amstel, poi il porto. C'é una nave da crociera ormeggiata. Il capitano vuole farcela vedere da vicino. Passiamo sotto al gigante illuminato a giorno. Fuori dall'acqua si vedono almeno sette ponti. Il comandante decide di tornare indietro e comincia la manovra. In senso opposto sta avvicinandosi un'altra barca. O il nostro pilota non la vede o pensa che sarà quest'ultima a scansarlo. La persona che dovrebbe essere al timone non é attenta e prosegue la rotta senza correzioni. Risultato: una collisione. Momenti di panico, ma é brava la nostra guida a minimizzare l'accaduto ed a far ritornare la calma a bordo. Le due barche si sono solo ammaccate un poco.

Passata l'emozione proseguiamo la visita. La città vista dai canali é diversa. Lo spettacolo che attira di più la nostra attenzione é dato dell'interno illuminato senza tende delle case-barca, ormeggiate lungo i canali. L'utilizzo delle chiatte come case, iniziato negli anni '50 per mancanza di abitazioni, é diventato un modo di vivere ricercato ed esclusivo ed ora i loro costi sono andati alle stelle.

Alle 23 terminiamo il giro e rientriamo all'albergo.

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