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| Giovedì 11 marzo 2004 | |
| Alle
  nove partenza dall’albergo per la visita al santuario di Minakshi, un grande
  complesso templare posto al centro della città, caratterizzato da quattro
  altissimi e variopinti gopura che sovrastano le porte di ingresso al tempio,
  poste in direzione dei quattro punti cardinali. Il tempio è dedicato alla
  consorte di Shiva che qui viene venerato nelle sembianze di Sundareshvara (il
  bel signore). | 
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 | Entriamo
  dalla porta posta a nord, giriamo tutt’attorno al primo cortile ed entriamo
  nel secondo cortile dalla porta opposta. Alla nostra destra troviamo la
  piscina per le abluzioni e, poco più avanti sulla sinistra, il tempio di
  Minakshi (occhi di pesce). Proseguendo ci troviamo davanti alla porta del
  tempio di Sudareshvara. Di fronte alla porta quattro statue. I fedeli hanno
  la consuetudine di offrire del burro che a tocchetti lanciano contro le
  effigi, come offerta propiziatoria per placare l’ira del dio. Un bramino è
  intento a ripulire le statue dal burro per permettere ad altri fedeli di
  continuare il rito. | 
| Ci
  dirigiamo all’uscita verso est ed appena attraversiamo la prima porta, mentre
  siamo ancora dentro al tempio, troviamo da una parte e dall’altra del corridoio
  variopinti banchetti che vendono oggetti per turisti e fedeli. Alcune donne
  che ci attorniano, offrendoci stoffe e borse, vengono allontanate da una
  guardia. Si scacciano dal tempio solo i mercanti non autorizzati. Sulla
  sinistra del corridoio si entra nell’Ayrakkal mandapa, la sala delle mille
  colonne con 985 pilastri di granito scolpiti il modo differente l’uno
  dall’altro. Nell’ampio locale è stato ricavato un museo. Di
  fronte diamo uno sguardo ad una grande sala con il soffitto in legno di teak
  e bronzo a forma di carena di nave dove, con una celebrazione annuale, si
  ricorda il matrimonio fra le due divinità. Usciamo
  e di fronte all’ingresso, sotto al colonnato prospiciente la porta di
  ingresso al tempio si trova un mercato con una serie di negozietti di stoffe,
  davanti ai quali sono disposte in fila delle macchine da cucire a pedali. Dei
  sarti sono al lavoro e possiamo ordinare un abito scegliendo la stoffa ed il
  modello. Verrà confezionato su misura e stasera consegnato in albergo. Proseguiamo
  a piedi diretti ad una terrazza panoramica da cui si gode la vista delle
  dodici variopinte torri del tempio. La
  terrazza è posta alla sommità di un negozio a tre piani. La posizione è
  strategica ed i mercanti abili. Ognuno di noi continua a comperare. Marianna
  batte tutti e sembra aver portato al seguito un tir per il trasporto delle
  merci. Alle 15,30 visita al museo Gandhi inaugurato nel 1959. Nelle sale sono disposti pannelli descrittivi ed interessanti fotografie. Non è più stato rinnovato da allora e probabilmente nemmeno la polvere è stata tolta spesso. | |
| Proseguiamo
  per il palazzo di Tirumala Nayak con un ampio cortile contornato da imponenti
  colonne ed un salone da ballo dove l’ultima festa deve essere stata
  organizzata parecchio tempo fa. All’interno del cortile è stato installato da
  tempo un impianto per uno spettacolo di suoni e luci, facendo scempio del
  cortile della sala delle udienze che poteva essere molto più bello. Ora sono
  in corso dei restauri, speriamo che diano, a quello che rimane
  dell’originario palazzo, fasti migliori. | 
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| Torniamo
  in centro e scendiamo in una zona piena di traffico. Camion carichi di sacchi
  di merce vengono scaricati a spalla da decine di uomini. Ci dirigiamo
  nuovamente verso il tempio, giriamo verso nord e ci addentriamo in una via
  sterrata e maleodorante. Sulla sinistra vari uomini accovacciati stanno
  tranquillamente orinando senza che nessuno ci faccia caso. | |
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 | Alcune
  vacche pascolano fra i rifiuti. Percorsi un centinaio di metri scorgiamo
  delle tettoie strette e buie: si tratta della nostra meta, il mercato dei
  fiori. Entriamo. Una ventina di uomini stanno assistendo al telegiornale
  guardando un televisore nell’unico spaccio del mercato. Sono così attenti che
  il nostro passaggio non li disturba minimamente. Saliamo due rampe buie e
  piene di rifiuti putridi, al piano superiore c’è il mercato dei fiori e dei
  materiali che servono a confezionare le ghirlande da offrire al tempio. | 
| Siamo
  nel mercato all’ingrosso dove vengono ad acquistare gli artigiani che
  preparano le ghirlande per i negozi. Nessuno si preoccupa di raccogliere gli
  scarti che vengono lasciati agli animali. Gli odori dei fiori in
  decomposizione sono particolarmente intensi. Santa
  non ci ha accompagnato in questa ultima visita. Quando ritorniamo al luogo dell’appuntamento
  il pullman non è pronto ad attenderci. Come scusa ci raccontano che hanno
  chiuso l’accesso di una strada. Ma un rimedio si trova sempre ed ecco un
  fuori programma: prendiamo i tuc-tuc. Nel giro di pochi minuti avvertiti da
  un tam tam efficientissimo ne spuntano a decine e facciamo una corsa per
  rientrare in albergo che assomiglia alla carrera messicana dei luna-park di
  tanti anni fa. Il triciclo a motore circola a pochi centimetri dagli altri e riesce sempre a districarsi. I mezzi sembrano tante formiche che proseguono forsennatamente senza scontrarsi e senza fermarsi mai. | |
| Alle
  20,45 ripercorriamo il medesimo tragitto con gli stessi mezzi diretti al
  tempio. Assisteremo alla cerimonia quotidiana con cui i bramini portano Shiva
  da Minakshi. Il rito è pittoresco e sicuramente toccante per un indù. Per la
  maggior parte dei presenti, che sono turisti, è solo motivo di curiosità. | |
| Contrariamente
  ad oggi, è possibile fotografare senza alcuna limitazione. Le opportunità di
  un dio sono diverse da quelle di un mortale. Tutte le sere Shiva viene
  condotto con una portantina d’argento per passare la notte con la sua sposa.
  Lui è sempre pronto e lei non è mai stanca e non accusa mai un mal di testa.
  Il motivo, ci spiega la guida, è dovuto alla possibilità di riposare durante
  il giorno. Infatti dalle 13 alle 16 il tempio è chiuso. Ognuno riprende lo
  stesso tuc-tuc dell’andata ove ha lasciato le scarpe e ritorniamo in albergo.
  Per il nostro divertimento i piloti dei taxi a tre ruote fanno a gara per
  arrivare primi | 
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