| Lunedì 8 marzo 2004 La
  spiaggia davanti all’albergo è bellissima ed il mare caldo ed invitante. Una
  breve nuotata, una passeggiata lungo la spiaggia poi chiudiamo le valige e
  alle 12,30 partiamo per Tanjore che dista 315 chilometri. L’arrivo è previsto
  fra sei ore, mucche o meglio zebù permettendo. Ogni tanto, dietro ad una
  curva, un branco attraversa la strada costringendo l’autista a brusche
  frenate ed ad aprirsi un varco con numerosi colpi di clacson. Gli animali,
  per nulla spaventati, si spostano nella giusta direzione spezzando in due il
  branco, dividendosi anziché procedere assieme. Sono abituati alla convivenza
  con gli esseri umani ed i loro mezzi. Nonostante stiamo attraversando una pianura, la strada prosegue a zig zag. Effettuare sorpassi diventa difficile e la circolazione a sinistra aumenta per noi l’impressione, che il pullman eviti, per un puro caso, uno scontro frontale dopo ogni curva. | |
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 | Dopo
  aver attraversato Pondicherry, che è un villaggio di seicentomila abitanti,
  base della colonia francese, alle 18 arriviamo a Gangakondacholapuram per
  visitare il tempio di Brihadishvara fatto costruire da Rajendra I (1012-1044)
  della dinastia Chola.   | 
| E’
  l’ora del tramonto e, anche se il tempio è contro sole, il granito della
  costruzione si accende di un magnifico colore arancione. Il
  tempio è dedicato a Shiva. Tutto attorno un tappeto erboso: è un piacere
  camminarci sopra senza scarpe. Un
  gruppo di ragazzini ci segue e ci guarda divertito. Dopo aver girato attorno
  all’imponente vimana, entriamo nel lungo e buio corridoio davanti al santa
  santorum. Il locale è presidiato da un bramino e attorno all’ingresso sono
  tracciate delle croci uncinate bianche in segno di buon augurio. | 
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| Riprendiamo
  il viaggio. Dobbiamo ancora percorrere sessanta chilometri. Il nostro autista
  riprende la gincana impegnandosi a dribblare pedoni, vecchie moto e trattori
  che trainano carri ricolmi di canne da zucchero. E’ ormai notte e tutti stanno tornando dal lavoro. Il traffico già intenso, è ulteriormente aumentato. Non avevo mai visto trecentosessanta chilometri così intensamente popolati. Quando la confusione arriva al culmine, siamo arrivati all’hotel all’Oriental Towers di Tanjore. | |