Yemen

Le mille.... e sei notti e mezzo

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Sabato 15 aprile 2000

Sveglia alle 2,40. Ci prepariamo, facciamo colazione sui divani e le poltrone dell’albergo poiché il ristorante è chiuso.

Gli autisti caricano i bagagli e ci invitano a salire dicendo: "Ialla, ialla…", mi sembra ricordi il nostro: "Iamme, iamme… "

San’a è addormentata, lungo le strade non c’è nessuno, vediamo solo le macchine della polizia che piantonano le caserme e gli edifici pubblici. Incrociamo una serie di semafori rossi, ma gli autisti proseguono imperterriti. Scarichiamo le valige ed entriamo nell’aeroporto. I nostri bagagli vengono sottoposti ad un primo controllo. Il ceck-in si rivela molto laborioso, gli impiegati sembrano ancora addormentati, ci accorgeremo sull’aereo che i fumatori e i non fumatori sono stati scambiati.

Anche per la partenza dobbiamo compilare una scheda riportando i dati dei passaporti. Visto che vengono rilevati attraverso il computer mi domando di nuovo a che cosa possa servire la scheda se non ad un inutile e laborioso doppio controllo che forse viene fatto per dare al pubblico la sensazione di essere sottoposto ad una rigida sorveglianza.

Passiamo un secondo controllo dei bagagli a mano, attraversiamo il metal detector e… veniamo tutti perquisiti. Ma che cosa pensano di trovarci addosso?

Alle 6 imbarco e partenza, scalo al Cairo ed alle 13 ora di Roma atterriamo.

Baci, saluti ed abbracci poi ognuno prosegue per la propria destinazione. Alle 16,30 siamo seduti sul treno che ci deve riportare a Bologna, i bagagli sono sistemati… una voce annuncia: "Informiamo i signori passeggeri che questo treno per problemi tecnici non parte, pertanto vi preghiamo di scendere. Verrà annunciato dall’altoparlante il servizio sostitutivo". Ecco cosa capita nel tornare in un paese moderno ed efficiente. Quasi quasi rimpiango lo Yemen ed i suoi trasporti!

Arriviamo a casa e la prima domanda è:

"Quali sono le vostre impressioni e come è stato il viaggio?"

"Affascinante e sconvolgente assieme. Abbiamo visto un mondo che è lontano da noi non solo per lo spazio ma anche per il tempo. Sembra di essere tornati indietro di decine di anni. Lo Yemen sta conoscendo le comodità moderne, ma queste fanno a pugni con le sue tradizioni. Hanno lasciato un segno nei nostri ricordi i visi sereni dei fanciulli che ci hanno avvicinato per stabilire con noi un contatto di simpatia.

"E’ veramente così pericoloso un viaggio nello Yemen?"

"Si, molto!"

"Per i rapimenti?"

"No un gruppo così numeroso non corre pericoli: costerebbe troppo mantenerlo una volta rapito."

"Allora cosa c’è di pericoloso?"

"Gli autisti"

"Perché, Guidano male?"

"No benissimo, ma è il loro modo di guidare che ti potrebbe far venire un colpo!"

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