Giovedì 7 maggio 1998.

Abbiamo deciso di vincere la battaglia quotidiana per la conquista dei posti, che verrà ricordata come la "Presa di Naxos". Il piano é stato studiato nei particolari ieri sera: sveglia all’alba, bagagli pronti alle 7, discesa nella hall. Passiamo rasenti al muro dell’albergo per essere invisibili alle sentinelle del nemico che dalle camere spiano ogni movimento attorno al pullman.

Pino, l’autista, é già sveglio, ci apre una breccia nel mezzo corazzato, riusciamo ad entrare all’interno per primi. Lasciamo la Bona ad occupare l’avamposto con fucile, elmetto e baionetta fra i denti, quindi andiamo a festeggiare con tè cappuccino e brioches.

Alle 8,15 partenza diretti a Messina. Arriviamo nella piazza della cattedrale alle 9,30. La chiesa ha subito un crollo in seguito al terremoto del 1908 ed ulteriori danni per i bombardamenti del 1943. Si é salvato solo lo splendido portale marmoreo e parte dell’abside. Tutto é stato ricostruito secondo lo schema originario, ma molte delle sculture che ornavano la facciata sono andate perdute. Interessante é la mostra del tesoro che contiene magnifiche pianete, pissidi e candelabri d’argento decorati con lavorazioni finissime. Attira l’attenzione una pianeta decorata con minuti coralli. All’esterno, di fianco alla cattedrale, si erge il campanile con l’orologio che a mezzogiorno sviluppa un carosello. Davanti al campanile si trova la fontana di Orione.

Durante il breve tempo dato a disposizione, raggiungiamo la chiesa della SS. Annunziata dei Catalani, uno dei pochi monumenti che non sono stati distrutti dal terremoto del 1908. La chiesa in stile arabo normanno ci appare ingentilita dalle decorazioni floreali di un matrimonio celebrato la sera precedente.

Ripartiamo e ci fermiamo pochi minuti ad ammirare il panorama dal belvedere sullo stretto. La foschia ed il sole, che abbiamo di fronte, ci impediscono di vedere con chiarezza la parte opposta dello stretto.

Pian piano ci avviciniamo alla meta del nostro viaggio. Pranzo alle 12 (un poco prestino) al ristorante La Quercia che si trova a Brolo. Ci servono tre minestre quindi un fritto di calamari e di sarde.

Ripartiamo alle 13 diretti a Santo Stefano di Camastra. Ci domandiamo quale particolare monumento vi si trovi, consultiamo le guide e non troviamo la località nemmeno menzionata. Quando arriviamo riusciamo a capire: vi si trovano alcuni negozi di ceramiche ove il tour-operator ha previsto una visita per gli acquisti di rito. D’altronde l’autostrada, non ancora completata termina qui e riprende dopo Cefalù, nostra prossima tappa. Parcheggiato il pullman, una volta giunti in quest’ultima località, ci dirigiamo al centro del paese ove si trova il duomo. Una costruzione superba del periodo normanno.

Molto curioso ed interessante é il lavatoio arabo. Disperata é la ricerca di un bagno libero prima del rientro in pullman. Davanti agli unici due, che sono in centro in due diversi locali pubblici, la fila é interminabile. Finalmente ne troviamo uno all’aperto con vista a mare molto più confortevole.

Mario consegna all’autista e alla guida la mancia che tutti (tranne quattro persone che hanno fatto orecchie da mercante) hanno contribuito a formare. Ringraziamenti, arrivo a Palermo e lacrime d’addio.

Domani é l’ultimo giorno disponibile ed ognuno organizzerà la giornata in attesa del transfert per il volo di rientro. Giuseppe Tempesta, che ha guidato il pullman con maestria, mi conferma che i chilometri che abbiamo percorso in giro per l’isola sono stati 1.470: un bel record!

La maggior parte di noi impegna la mattina successiva con la visita al museo di Palermo e il pomeriggio all’orto botanico. Io e Betta abbiamo dato appuntamento ad Alberto Spedale, collega di Palermo, che si mette a nostra disposizione per l’intera giornata: visita a Palazzo Mirto, alla Vucceria con i banchi ricolmi di pesce fresco, e una passeggiata sul mare a Mondello. Purtroppo le due strade di accesso a Monte Pellegrino sono chiuse e i tentativi per salirvi risultano vani.

Per il pranzo luculliano a base di pesce a Sferracavallo si uniscono a noi anche Filippo Gabriele e Tonina Alloro, non per lenire la mia nostalgia dell’ufficio, ma per farci sentire il calore dell’ospitalità siciliana. Poi fermata in una pasticceria dove Alberto ha ordinato espressamente due cabaret di cannoli. Transfert in aeroporto ed imbarco. L’aereo pieno stipato somiglia più ad una pasticceria. Ci siamo fermati pochi istanti alle spalle dell’addetto al controllo dei bagagli: la sfilata dei cannoli contenuti nelle valige era impressionante. Reggiamo i nostri in mano, poi li difendiamo dagli attentati degli altri passeggeri, che tentano di introdurre altri oggetti nel vano sopra alle nostre teste dove li abbiamo riposti, al grido: "No! Ci sono i cannoli!".

Spesso giudicando qualche cosa fidandosi di una impressione parziale si commettono errori grossolani: Magellano ha denominato pacifico l’oceano che ha scoperto!

Se noi dovessimo definire il clima della Sicilia per il vento, il freddo e la pioggia che abbiamo patito....

Comunque per fortuna oggi si rientra nel clima temperato dei paesi del nord!

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