Venerdì 22 giugno Sibiu/Cozia/Bucarest (km. 330)

Siamo già in pullman quando ci avvertono che qualcuno ha lasciato dei gioielli in camera. Si tratta della 204. E' proprio la nostra. Elisabetta ha portato due collane di non elevato valore in un sacchetto di stoffa bianca. Per fare la valigia l'ha appoggiato sul letto e si è confuso con le lenzuola. Il controllo delle stanze è stato rapido e la cameriera brava ad accorgersene. Poco dopo la partenza un cartello indica che Bucarest dista 252 chilometri. Massimo ci racconta come nel 1985, con una telefonata simile a quella di ieri, ha iniziato una collaborazione che gli ha permesso di fare per 10 anni il reporter di viaggi, partecipando a vari tour in fuoristrada con la Panda. Arriviamo al confine della Transilvania ed entriamo nella valle dell'Olt. La strada segue le anse del fiume sul lato destro, in mezzo a verdi colline ricoperte di boschi con un percorso quasi pianeggiante.

Alle 10,20 ci fermiamo per un blocco stradale. Operai alpinisti stanno facendo manutenzione alle scarpate al fianco della strada e fanno cadere i massi che col gelo si sono staccati. Dopo una ventina di minuti di attesa la strada viene riaperta e ripartiamo. La fila che si è formata nel senso opposto è lunga alcuni chilometri.

Visitiamo il monastero di Cozia completamente affrescato, lo stile non è più sassone ma bizantino. Attorno alla chiesa su tre lati si trova il monastero. Sulla sinistra una stanza, che funge da passaggio verso il fiume, ha un camino circolare grande come tutto il soffitto e serviva da cucina.

Attraversata la strada visitiamo la chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Davanti alla facciata vediamo una costruzione lunga, con un porticato su cui si alternano porte e finestre, che funge da ospedale.

Alle 11,30 partiamo di nuovo per raggiungere la città dove pranzeremo. Dal monastero in poi la valle si allarga mentre prima tutta la gola era occupata dal fiume Olt. Vediamo campi e piccole case dai tetti spioventi. Arrivati a Rumnica Valcea (si pronuncia Rumnicu Vulcia), scendiamo di fronte al parco Zavoi. In questo luogo il 29 giugno 1848 è stata esposta la bandiera rumena ed è stato cantato un inno rivoluzionario che è diventato inno nazionale. Pranziamo al Grand Hotel Sofianu di fianco al parco, Lo stile della sontuosa costruzione ci ha fatto pensare ad un albergo costruito almeno 80 anni fa, ma i dettagli poco curati ci hanno insospettito. Infatti è stato costruito nel 2007 ed inaugurato nel 2009. Supa di patate e verdure, petto di pollo ai ferri con piselli e chicchi di granoturco, praticamente crudi. Gelato per dessert. Alle 14,30 iniziamo l'ultima tappa del viaggio diretti a Bucarest che dista 178 chilometri. Alla 15,20 nuova sosta fuori programma. Un camion si è rovesciato su un fianco percorrendo la strada in salita. Probabilmente l'autista ha avuto un colpo di sonno e le ruote sono finite nel fosso a fianco della strada. Verso le 16 imbocchiamo l'autostrada e mancano poco più di cento chilometri alla meta: Bucuresti. Massimo prevede l'arrivo attorno alle 17,30. Un'ultima sosta lungo l'autostrada e poi alle 17,30 arriviamo a Bucarest, ma non davanti al nostro albergo, come ci eravamo illusi, ma al termine dell'autostrada. La marcia di avvicinamento è lentissima. Grandi file ai semafori e nonostante le strade siano larghe e a due corsie sono tutte intasate. Arriviamo nell'albergo dove siamo stati la prima notte, solamente dopo più di un'ora. Ci vengono assegnate le stanze. Chiedo se quella che mi è toccata sia “non fumatori” e l'addetto alla reception me lo conferma. Però a me sembra che sia la stessa di cinque notti fa. Infatti lo è: stessa stanza, stessa puzza! Ce la cambiano e come cinque giorni fa troviamo gli asciugamani preparati per una sola persona. Scendo di nuovo per chiedere una serie di teli in più e questa volta superano se stessi: al mio rientro in stanza gli asciugamani sono già arrivati. Cena di arrivederci al Restaurant Pescarus nel parco Herastrau.

Nella grande sala all'aperto davanti al lago possono sedersi più di quattrocento persone. La cena viene servita accompagnata da balli e canti popolari suonati da un complesso che si alterna ad un'orchestra tradizionale. Antipasti di insalata, involtini di verza, ciambellino fritto con marmellata e yogurt.

Alle 22,30 rientriamo in albergo. Salutiamo Alessandro che raggiunge la figlia che studia qui a Bucarest e domani deve sostenere un esame.


Sabato 23 giugno Bucharest/Italia (km. 50)

“Dove hai messo la telecamera, l'hai lasciata in camera?” domanda Loredana. “Ti dimentichi sempre tutto. Ah, se non ci fossi io....”. Ennio corre a cercarla ma difficilmente potrà a trovarla perché è appesa alla spalla di Loredana. Il nostro autista ci fa attraversare tutta la città per portarci in un grosso complesso di magazzini. Vediamo il capannone di Ikea, quello di Carrefour e nel mezzo il Baneasa Shopping City che ha all'interno negozi di ogni tipo disposti su tre piani. Il complesso apre alle 10 e siamo in leggero anticipo. Dopo pochi minuti entriamo. Le signore possono così soddisfare il bisogno di portare un ricordino a casa o di acquistare piccoli regali da distribuire al ritorno. Il pulmino riattraversa la città e ci fa scendere nello stesso luogo dove ci ha portato domenica scorsa, in via della Vittoria. In gruppo facciamo una passeggiata raggiungendo piazza della Rivoluzione e piazza dell'Università.

Entriamo nella Bisernica Studentilor di San Nicola di stile russo e poi nella chiesa dedicata agli Arcangeli Michele e Gabriele. A fianco il monastero Stavropoleos, che conserva sotto il porticato antiche lapidi.

Quest'ultimo si trova a due passi dal ristorante Chocolat dove pranzeremo, al di là del Carù cu bere dove siamo stati domenica. Loredana ed Ennio festeggiano il loro quarantanovesimo anniversario di nozze con un brindisi e pasteggiamo tutti con vino spumante Rhein.

Un'insalata con feta e alici e un'ottima trota al forno. Per finire una delicata mousse di cioccolata. Un nuovo giro panoramico dentro al quartiere delle ambasciate, passiamo davanti ai supermercati dove siamo stati questa mattina e proseguiamo sino all'aeroporto. Massimo ringrazia Serafttin: “Driver turco napoletano che ci ha scorazzato per la Romania con prudenza e abilità anche se aveva contro il suo navigatore” e Liana “Guida bella e brava che con la sua semplicità, correttezza e disponibilità ci ha fatto ricredere su certi pregiudizi stupidi e faziosi”. Salutiamo Loredana ed Ennio che prolungano il loro soggiorno sino a lunedì ed iniziamo l'attesa per il check-in. Finalmente lo sportello apre ma insieme all'apertura arriva la notizia del ritardo di un'ora per la partenza. Riusciamo ad imbarcare le valige per Bologna, iniziamo la lunga attesa sperando che il ritardo dell'aereo non aumenti. L'aereo decolla alle 18,40. Comincio a disperare di poter prendere l'aereo che parte alle 21,20 diretto a Bologna. Il volo dura dieci minuti più del previsto per forti correnti contrarie. Anche se l'uscita dal velivolo avviene con la proboscide, anziché consentirci di entrare nel terminal veniamo dirottati verso un pullman. Ci dirigiamo verso i transiti e troviamo una fila per il controllo dei bagagli per la sicurezza, poi quello dei passaporti, e il gate 28 è l’ultimo in fondo al settore B. Arriviamo trafelati solo cinque minuti prima dell’orario previsto per il decollo, ma per fortuna l’aereo è in ritardo e l’imbarco non è ancora cominciato, così non solo siamo saliti a bordo noi, ma hanno anche caricato le valige che siamo riusciti a recuperare a Bologna. Abbiamo fatto la domanda per partecipare a questo tour solo quando abbiamo saputo che sarebbe stato Massimo Bernardini ad accompagnarci. La meta lì per lì non ci attirava molto. Mentre passavano i giorni del viaggio ci siamo ricreduti. La Romania è un bellissimo paese, siamo stati accolti da persone affabili e sorridenti: Il viaggio era ben organizzato e seguito da persone sempre disponibili. Quasi quasi chiedo a Sentieri di Nuove Esperienze se si possa fare un altro viaggio nel resto del paese, ma sempre con Massimo!

Torna alla pagina iniziale del diario