Martedì 29 giugno 2010


Partiamo dall'albergo ed arriviamo alla piazza del marchese di Pombal (ricostruttore del dopo terremoto che ha cacciato i gesuiti). Attraversiamo il parco Eduardo VII sino ad arrivare alla grande bandiera per ammirare il panorama della città. Passiamo davanti alla foresta di Monsante piantata nel XX secolo ed arriviamo sul fiume davanti al monastero di San Girolamo. Attendiamo qualche minuto in fila il termine della funzione religiosa ed entriamo nella grande chiesa. Isabel ci fa notare lungo gli stipiti di una porta alcuni visi scolpiti nella pietra con fattezze di varie razze per descrivere i popoli incontrati durante le navigazioni. Nella chiesa è sepolto il poeta più importante del Portogallo Luìs Vas de Camões. Curiosa la posa in cui lo scultore lo ha ritratto sul coperchio dell'urna: con le mani giunte ed i piedi dritti. Entriamo nel magnifico chiostro che ha gli angoli tagliati in modo da risultare di forma quasi ottogonale. Degli operai stanno rifacendo il manto erboso e posano a terra una serie di tappetini come se stessero disponendo un pavimento. Saliamo al piano superiore e ci affacciamo dal secondo ordine di logge. Un addetto vedendo la mia telecamera mi chiede se sono stato autorizzato a fare riprese professionali. Cerco di spiegargli che senza un cavalletto non è possibile fare simili riprese. Invano. L'uomo, ottusamente convinto del suo giudizio, è irremovibile. Per fortuna siamo alla fine del giro, rimetto la macchina nella custodia e lascio perdere. Andiamo poco lontano all'antigua confitaria fondata nel 1837, per mangiare le pasteis de Belem, squisiti dolcetti inventati dai monaci, fatti di crema in una cestina di pasta sfoglia croccante, spolverati con cannella e zucchero a velo.

Spostandoci col pullman visitiamo prima la torre di Belem che nel 500 formava, con un'altra torre gemella ora distrutta, la linea di difesa dell'estuario. Sulla sinistra della torre è stato messo l'idrovolante con cui è stata fatta nel 1922 la prima trasvolata dal Portogallo all'America del sud. Ritorniamo davanti al monastero per fermarci a vedere il monumento ai marinai e in lontananza il ponte sospeso. Negli ultimi minuti disponibili per la sosta mi accorgo che è possibile salire sul monumento acquistando un biglietto per l'ascensore. Riesco così a fotografare il panorama dall'alto, in particolare il magnifico monastero.

Torniamo in centro, scendiamo in piazza Roxio e andiamo a mangiare al ristorante Concha d'Ouro in rua Augusta. Ci fanno salire al secondo piano. Se non di alta cucina, si tratterà certo di cucina in alto. Ottima la soupe con cui iniziamo il pranzo e il pesce fritto ci sembra così buono da lasciarci increduli che si tratti di merluzzo. Per contorno un risotto di mare. Il pranzo si conclude con una ricca macedonia. Partiamo diretti a Sintra, una graziosa cittadina a 800 metri di altezza. Visitiamo il palazzo reale. Entriamo nella sala dei cigni, passiamo in quella delle gazze e poi via via in una serie numerosa di stanze sino ad arrivare nelle due cucine che hanno per soffitto due enormi camini tondi. Proseguiamo per Roca Cape, il punto più a ovest dell'Europa continentale dove spira un forte vento e i raggi del sole si riflettono sul mare increspato. Cascais è più riparata. Passiamo davanti alla residenza del re in esilio per fermarci davanti alla baia di fronte al castello. Attraversiamo Estoril senza fermarci e giungiamo all'albergo. Questa sera abbiamo scelto di andare ad ascoltare il fado in un locale nel Barrio alto, il Luso. Ho ormai consumato tutte le memorie che avevo a disposizione per registrare le scene del video che sto girando e decido di comperarne una nuova di scorta. Per acquistarla andiamo ai magazzini “El Corte Ingleis” poco lontano dall'albergo. Il grande negozio è ben fornito ed i prezzi delle merci sono equivalenti a quelli che troviamo da noi. La sera, prima di arrivare allo spettacolo, Isabel ci fa una sorpresa. Ci porta in un luogo di Lisbona che non è a Lisbona. Percorriamo avanti ed indietro il ponte del 25 aprile sospeso a cavallo del fiume. Facciamo una breve passeggiata sino al convento del Carmine, simbolo del terremoto perché non più ricostruito, quindi passiamo davanti alla cervejaria Trinidade la più vecchia e la più bella brasserie du Portugal che era un vecchio convento e la sala principale del locale era il refettorio. Quando arriviamo al Luso per ascoltare il fado, mi accorgo di non poter filmare niente o quasi, non solo per l'illuminazione che è insufficiente, ma anche perché il gestore del locale mi informa che è proibito usare la telecamera. Lo spettacolo è piacevole. Sono tre i cantanti che via via si esibiscono al suono di un contrabbasso, una chitarra classica e una chitarra portoghese a 12 corde. Mi colpisce in particolare la voce dell'artista che si esibisce per ultima e cerco il CD per musicare parte del video. Mi chiedono 20 euro. Mentre sto pensando se valga la pena prenderlo, Anna risolve il dilemma: “Cacciate tutti un euro!”, per un acquisto in società.


Mercoledì 30 giugno 2010


Giunti in centro col pullman scendiamo davanti alla cattedrale. Visitiamo prima la chiesa di sant'Antonio e la cripta che corrisponde al luogo dove il santo è nato. Passiamo nella cattedrale e qui ci fermiamo davanti al fonte battesimale dove il santo fu battezzato, Nel fianco della cappella un azulejos rappresenta la predica ai pesci avvenuta a Rimini. Continuiamo a salire lungo le strade e purtroppo una ragazza prende di mira Maria Pia. Con abilità la borseggia aprendole lo zainetto e portandole via il portafoglio. L'operazione è così veloce che nemmeno Massimo che le era di fianco riesce ad accorgersene in tempo.

Arriviamo al castello da cui si gode un magnifico panorama sulla città. Della costruzione restano solo le mura e i camminamenti. Alle 11,30 cominciamo a ridiscendere lungo le strette strade dell'Alfama. Altre due ragazze ci stanno seguendo mescolandosi al gruppo, quando da una finestra un abitante, che probabilmente le ha già viste in azione, ci avverte del pericolo.

Arriviamo al negozio che vende sardine e tonno in scatola, aperto dal 1930. Ci affanniamo a comperare le rinomate scatolette Tricana. I commessi resistono bene al nostro assalto. Dopo essere passati a fianco della cattedrale raggiungiamo il pullman che ci aspetta davanti alla casa dos bicos, un esempio di facciata in pietra con rilievi a forma di diamante. Il pullman risale lungo le strade ripide che portano al Chiado. Passeggiamo lungo via Garret e qui ci separiamo per il pranzo. Scegliamo, su consiglio di Isabel, di andare alla taberna do Chiado, un locale con cucina tipica portoghese dove mangio un gustoso polipo ai ferri annaffiato da una bottiglia di Versatil bianco. Scendiamo rua do Charmo sino a giungere all'appuntamento in piazza Rossio alle 15.

Isabel ci porta nel quartiere dell'Expo del 1998 che ora è stato riconvertito come nuovo quartiere fieristico e residenziale della città. Bella la stazione con la slanciata copertura disegnata da Calatrava, ispirata alle palme. Salutiamo il gruppo che prosegue per l'aeroporto per partire questa sera. Il nostro aereo parte domani e possiamo rimanere qualche ora in più a Lisbona.

Prendiamo un taxi per andare al museo Nacional dos Coches, una collezione di carrozze da parata e da viaggio. Quando alle 18 il museo chiude, ci dirigiamo a piedi all'antica confeteria di Belem per mangiare di nuovo i pasteis e riposarci un poco. Alle 19 dopo aver spedito le cartoline, prendiamo un taxi per raggiungere piazza del commercio. Vogliamo provare l'ebbrezza di fare un giro sui piccoli vecchi tram che transitano in centro. Saliamo sul 25 diretti a ovest. Ci sembra di tornare bambini, quando tram analoghi circolavano per Bologna sferragliando e suonando la campana. Arriviamo al capolinea alla Parada dos Pranzeres per poi tornare indietro sino alla chiesa dell'Estrela dove scendiamo e saliamo su un altro tram della linea 28 che passa davanti al Chiado, scende lungo la calcada do San Francisco, incrocia le vie centrali lungo rua da Conceiçao, per risalire dalla parte opposta del centro davanti alla cattedrale e costeggiare il castello di S. Jorge, per poi arrivare, girando attorno al colle, al capolinea in largo Martin Moniz. Pochi passi e siamo di nuovo in piazza Rossio. Saliamo con l'elevatore di Santa Justa al convento del Carmine per poi ridiscendere dopo pochi minuti perché oggi vige ancora l'orario invernale e alle 22 l'ascensore chiude. Ridiscendiamo per ultimi e saliamo di nuovo a piedi nel Chiado. Consumiamo un toast e una mini bottiglia di vino bianco al caffè “A Brasileira” in Rua Garret. Troviamo un taxi poco lontano per tornare in albergo alle 23. Ormai non ci resta che andare a letto. Domani la sveglia è fissata per le 4,30. L'aver ritardato la partenza ci ha permesso di aggiungere altre cose alle tante già fatte, ma abbiamo lasciato il gruppo con un pizzico di nostalgia. Abbiamo passato pochi giorni con persone che ora ci sembra di conoscere da tempo. Siamo stati portati da un "valiente motorista", condotti da un'ottima guida e da un accompagnatore discreto e paziente che ha dimostrato di essere Massimo di nome e di fatto!

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