Sabato 26 giugno 2010


A fianco dell'ingresso della sala dell'albergo, una statua di terracotta a grandezza naturale che raffigura un uomo biondo con un giubbotto di montone e bleujeans ci ricorda che siamo nel ristorante Paris Texas. Ci viene servito un ottimo buffet come prima colazione. Partenza alle 8,15. La foschia avvolge tutto con un grigio uniforme, Poco dopo le 10 usciamo dall'autostrada diretti a Coimbra. Quando giungiamo al palazzo reale, destinato a sede dell'università dal re Giovanni III, il sole appare ed illumina il grande cortile che si trova dopo la porta ferrea. Cominciamo la nostra visita dalla biblioteca che è stata fondata da Giovanni V. Il suo ritratto campeggia in fondo alle tre magnifiche sale. Alle pareti gli scaffali per i libri su due piani realizzati in legno pregiato proveniente dal Brasile, scolpiti e decorati con lacca ed oro. Nei fianchi degli scaffali sono ricavati gli spazi che racchiudono le scale estraibili che servono per poter raggiungere i volumi. Sui lati di ogni sala due grandi tavoli intarsiati e quattro salette riservate con tavolini affiancati alle finestre per la consultazione dei volumi. I tavoli ogni sera vengono protetti da spessi copritoi per proteggerli dagli escrementi dei pipistrelli che provvedono ad effettuare un'azione insetticida naturale.

Purtroppo è proibito fotografare l'interno e il controllo continuo del guardiano ci impedisce di farlo anche di nascosto. Capisco che si debbano proteggere gli interni dalla luce dei lampi delle macchine fotografiche ma non riesco a capire il moltiplicarsi dei divieti di fare fotografie o riprese con la luce ambiente.

La stessa cosa avviene per la visita alla cappella che ha sulla parete di destra un magnifico organo con canne e trombe, mentre quando visitiamo l'aula magna, l'aula degli esami privati e la sala delle armi la sorveglianza è meno assidua e riusciamo a fissare le immagini degli scanni dove sedevano coloro che assistevano ed in particolare quello scottante riservato allo studente che discuteva la propria tesi di laurea.

Scendiamo lungo le ripide strade sino ad arrivare alla vecchia cattedrale romanica a tre navate con il matroneo. Riesco a fare una velocissima visita del bel chiostro e quindi proseguiamo sino al centro della città. Passeggiamo lungo la Rua Directa sino ad una piazza di fronte al ponte. Al centro è situata la statua di Joaum Antonio de Aguiar, davanti un musicista con un solo braccio suona la tastiera e canta. Arrivati all'appuntamento col pullman di fronte all'hotel Astoria attraversiamo il fiume Mondego ed andiamo a pranzare al ristorante O Observatorio. Aperitivo con crostini di patè di "figato de porco" e di "sardinha con tomate", crema di piselli e maialino arrosto con patate fritte.

Alle 15 partiamo diretti a Fatima dove arriviamo in meno di un'ora. Siamo all'hotel Cinquentenario e alle 16,30 Isabel ci dà appuntamento nella hall per recarci nel luogo delle apparizioni che si trova poco distante dove è stata realizzata una grande spianata con il vecchio santuario a nord e la nuova chiesa della Santissima Trinità, inaugurata nel 2004, dalla parte opposta. Davanti a quest'ultima una croce in ferro con un cristo stilizzato. Entriamo nella nuova chiesa che sembra una grandissima sala per concerti. La prima impressione è forte e poco gradevole, ma a poco a poco si apprezzano le soluzioni tecniche adottate per l'illuminazione naturale e per conciliare una sala così grande con la necessità di raccoglimento dei fedeli. Bellissimo il pannello dietro l'altare decorato con un mosaico con tessere dorate. Discutibile il grande Cristo in bronzo davanti al centro del pannello che domina la sala, sia per le proporzioni, sia per l'inusuale volto. Di fianco alla cappella delle apparizioni è stato approntato un vero e proprio crematorio per candele.

Non potendole lasciare accese a consumarsi piano piano per la grande quantità, vengono bruciate su pire a gas. Entriamo nel vecchio santuario quando la messa sta per terminare. Seguiamo la lunga fila che si è formata per passare davanti alle lapidi delle tombe situate nelle due cappelle a fianco dell'altare, dove sono sepolti i fanciulli che hanno visto la Madonna. Passiamo qualche minuto in raccoglimento davanti al luogo delle apparizioni e torniamo in albergo per la cena.

La città, che è sorta qui dal nulla, si compone per la maggior parte di alberghi e istituti religiosi. Una miriade di negozietti vendono gli stessi ricordi. Poche sono le case con abitazioni e le costruzioni sembrano nate senza un piano regolatore e senza un albero attorno, formando un insieme disordinato e triste.

Dopo cena alle 21,30 inizia il rosario seguito dalla processione. Sono presenti quasi tremila persone che si sono disposte sui gradini della vecchia chiesa e davanti alla cappella delle apparizioni. Con una candela in mano testimoniano la loro fede, Poco prima delle 23 la benedizione e la buona notte.


Domenica 27 giugno 2010


L'albergo sembra un incrocio fra un hotel a quattro stelle e un convitto mariano e la colazione è adeguatamente scarsa. D'altra parte era scritto chiaramente sul cartello che a fianco della chiesa ricordava le cose vietate, che qui ognuno di noi è venuto come pellegrino (correre, giocare a palla, fumare, gridare, ascoltare la radio e attenti alle chiavi della macchina e alle borse). Il pullman ci porta ad Aljustel piccolo paese dove visitiamo la casa di Giacinta e Francesco, quella di Lucia e il luogo della apparizione del 17 agosto a Valinhos, poco distante dalle case. Alle 11 siamo sulla spianata per la messa che dura due ore esatte. Pranzo in hotel e alle 15,30 partiamo diretti a Tomar. Attraversiamo Durem, la città dove nel mese di agosto sono stati portati i pastorelli e messi in prigione. Alle 16,30 entriamo nel Convento de Cristo e Castello Templario di Tomar. Attraversiamo la porta de Santiago e quella do Sol. Il castello fu eretto dopo il 1160 per volontà di Gualadim Pais, gran maestro dell'ordine dei templari. Dopo la loro soppressione nel 1314 il re Dom Dinis ne fece nel 1379 la sede generale dell'Ordine di Cristo. Ci fermiamo sulla terrazza di ingresso davanti alla Igresia dos Templarios, costruzione romanica del secolo XII, chiusa come una fortezza. A sinistra si protende la facciata laterale aggiunta nel 500, capolavoro manuelino dovuto a João do Castilho con un portale rivestito di sculture ornamentali. Entriamo nel convento passando nel chiostro delle abluzioni e quindi in quello dell'ospedale. Da qui entriamo nella cappella maggiore che si sviluppa su due piani con a fianco il tempietto ottagonale ad arcate, circondato da un deambulatorio anulare di 16 lati.

Usciamo nel chiostro grande, una costruzione a due ordini di stile rinascimentale. Un terrazzo ci permette di ammirare la finestra di Diogo de Arruda, sintesi delle imprese navali e delle glorie portoghesi del XVI secolo. Scendiamo nel chiostro dei corvi e qui Isabel ci lascia liberi per una mezz'ora dandoci appuntamento al pullman, senza tralasciare di farci fare un piccolo esercizio di orientamento: abbiamo il compito di cercare l'uscita da soli.

Passiamo nel claustro das Necessarias e nel claustro di santa Barbara da dove si vede dal basso la finestra in stile Manuelino. Ci ritroviamo al pullman davanti ad un chiosco che vende frutta e bibite ricavato in un vecchio furgone.

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