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Venerdì 18 agosto 2006

Sveglia alle sette ed alle 8,30 bagagli in pullman: oggi si torna a casa. Don Dino, come tutte le altre mattine, ci raccoglie in un momento di preghiera. Iniziamo un diverso giro della città in pullman. Ci fermiamo in quella che era la piazza della Vittoria che oggi é dedicata alla memoria del Maresciallo Pitsudskiego. Verso il giardino il monumento al milite ignoto, un porticato a tre archi che termina da ogni lato con un arco spezzato. Mancano pochi minuti alle nove e scendiamo per assistere al cambio della guardia. Vediamo tre soldati che si allontanano attraversando tutta la piazza, seguiti a distanza da un ufficiale che batte energicamente dei grossi stivali neri. Lo spettacolo finisce qui: il cambio é stato anticipato ed abbiamo intravisto da lontano parte della cerimonia. Dal lato opposto della piazza una piccola croce di legno contornata da lumini indica il punto in cui una lapide ricorda che lì é stato montato l'altare per la messa celebrata da papa Giovanni Paolo II. Risaliamo in pullman e ci dirigiamo nel quartiere che era occupato dal ghetto, completamente distrutto. Al suo posto anonimi palazzoni costruiti negli anni 50-60. Al centro il monumento a ricordo dell'uscita degli ebrei dal ghetto verso il campo di sterminio. Ci fermiamo davanti alla parrocchia di San Stanislawa Kostki.

A fianco nel giardino il monumento fatto a forma di rosario ed il sacrario di padre Jerzy Popieluszko, cappellano di Solidarnosc, che era parroco in questa chiesa. Le pietre che compongono il monumento sono disposte secondo i confini della Polonia e sulla croce il nome del sacerdote ucciso, legato in un sacco appesantito da pietre e gettato nella Vistola.

Torniamo in centro, ci dirigiamo all'arcicattedrale di San Giovanni Battista per visitarne l'interno. Nella chiesa della Madonna della Grazie, posta a fianco, Don Dino celebra la Santa Messa.

Per chi vuole passeggiare l'appuntamento é all'angolo della piazza di fronte all'ufficio postale alle 12.

Torniamo al pullman per andare a visitare il parco Lazienki Kròlewskie, con al centro il palazzo sull'acqua. Lo attraversiamo e Biagio viene a prenderci dalla parte opposta. I prati sono di una tonalità di verde che é impossibile vedere nei nostri parchi in questa stagione. I giardinieri stanno facendo manutenzione, tagliando l'erba. In un prato con un semplice tagliaerba a spinta, in un altro un

trattorino a tre frese avanza lasciando dietro di sé un tappeto erboso compatto e perfettamente rasato. Nei laghetti e nelle fontane nuotano le anatre e nei prati passeggiano i pavoni. Il cielo che questa mattina era completamente sereno sta cominciando ad annuvolarsi. Biagio ci porta nuovamente verso il centro e ci scarica al Restauracia Pod Gigantami che si trova in un palazzo con la porta di ingresso contornata da due giganti in pietra che reggono il sovrastante terrazzo. Le sale da pranzo si trovano nelle sale di rappresentanza del palazzo. Ottima la vellutata di verdura con erba cipollina e manzo con verdure. Il migliore ed ultimo pranzo in terra polacca. Usciti dalla città da viale Gerusalemme arriviamo in aeroporto alle 15 e ci mettiamo in fila per il ceck-in. Due cose hanno colpito Paolo, dopo questa esperienza in Polonia, la prima fa sorridere. Secondo lui la difficoltà della comprensione della lingua polacca ed in particolare la parsimonia nell'uso delle vocali, deriva dal tentativo, non completamente riuscito, di confondere ed ostacolare l'invasione da parte dei vari nemici nei secoli. La seconda, più seria, è che la fede cattolica ha fortemente segnato ed aiutato il popolo Polacco nei momenti terribili della sua storia passata e recente e conclude ricordandomi le parole di una suora all'interno del Santuario di Jasna Gora: "Voi Italiani dovete imparare a pregare come i Polacchi".

Il pellegrinaggio alla ricerca delle orme di Giovanni Paolo II ci ha dato emozioni forti: dal pugno nello stomaco dell'assordante silenzio dei campi di concentramento, ai dolci canti nella calca davanti all'immagine della Madonna Nera. Portiamo con noi il fascino delle piazze medioevali, la commozione nel vedere le chiese sempre piene e lo splendore della miniera di sale. Si torna a casa, il viaggio sta per finire. Il tempo é volato, ma tante sono le cose viste e fatte che il nostro arrivo in Polonia sembra ormai lontano. E da domani, per le preghiere, mi dovrò arrangiare!

 

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(Foto di Paolo Vaccari)