Martedì 15 ottobre 2008 - Marrakech, Casablanca
La mattinata è libera, in alternativa Mohamed propone di andare in un negozio che vende articoli firmati non originali a prezzi convenienti. Il precedente gruppo ha fatto, a detta della nostra guida, man bassa di felpe e magliette. Al termine il pullman porterà tutti in centro per un'ultima passeggiata. Optiamo per un programma alternativo e alle otto chiamiamo un taxi e ci facciamo lasciare in piazza.

Le strade della medina sono ancora deserte e raggiungiamo velocemente la medersa di Ben Youssef. I monumenti sono ancora chiusi. Aspettiamo l'apertura del museo per comperare i biglietti e cominciamo la visita della medersa.

Siamo i primi ad entrare e l'unica persona presente è un inserviente che sta pulendo il fondo della vasca che si trova al centro del cortile.

Tutt'attorno le aule e le camere degli studenti. La medersa ne poteva contenerne sino a 900. Terminata la visita passiamo al museo che è stato ricavato nel palazzo Mnebhi. Il giardino centrale è stato pavimentato in marmo e ricoperto con un tendone in plastica retto da una struttura metallica.

Nelle sale che si aprono sul cortile sono esposte armi, gioielli e stoffe. Nel corridoio d'ingresso si trovano delle porte antiche. Cerchiamo quello che la guida del Touring definisce il pezzo forte della collezione, una vasca in marmo finemente scolpita da artigiani di Cordova, invano.

La signora che è alla biglietteria ci spiega che è stata trafugata.

Terza ed ultima visita alla Qoubba Almoravid che aveva la funzione di bagno pubblico. L'edificio centrale è stato restaurato così da sembrare nuovo.
Ripercorriamo in senso opposto la via centrale del souk che ha cambiato completamente aspetto. Ora tutti i negozi sono aperti e la strade pullulano del solito miscuglio di marocchini e turisti.

Davanti al negozio di un fabbro un giovane sta preparando il the alla menta.
Dopo aver messo le foglie di the e quelle di menta in una teiera di metallo, aggiunge l'acqua bollente e controlla il progredire dell'infusione. Versa il liquido in un bicchiere facendolo cadere dall'alto, riempiendolo sino all'orlo e lo assaggia. Versa il contenuto che resta nel bicchiere, nella teiera e ripete l'operazione più volte. Se il procedimento che hanno seguito per la preparazione del the che ci hanno offerto è uguale a quello che ho visto, sono molto contento di non bere mai the!

Le signore non perdono occasione per fare acquisti ed il tempo vola. L'appuntamento per raggiungere il pullman è alle 11,45 e prima desidero fare un giro attorno alla moschea.

Abbandono chi vuole ancora comprare e raggiungo con mia moglie il monumento. La costruzione è imponente ed il minareto svetta possente. Davanti alla moschea c'è un magnifico giardino.

Torniamo in hotel e recuperiamo le valige poi alle 12,30 torniamo alla medina per il pranzo al ristorante Ksar el Hamra.
La sala è nel cortile di una casa. Buone le solite salse di verdura, quindi arriva un tajin con polpette, pomodoro e uova che quando viene scoperto bolle ancora.
Risaliamo in pullman e prima delle 15 partiamo. Giriamo attorno alle mura e ci dirigiamo a nord per tornare a Casablanca. Imbocchiamo l'autostrada e facciamo la prima sosta dopo pochi chilometri.

L'autostrada è stata terminata da poco e non tutte le aree di servizio previste sono state costruite.

Per le soste tecniche dobbiamo fermarci dove è possibile.

Così per questo tratto del viaggio le soste saranno due: una poco dopo la partenza e un'altra poco prima dell'arrivo.
Il ristorante ha una serie di tajin e due forni a legna con lo scarico dei fumi centrale. L'interno è in mattoni ceramici e l'esterno è ricoperto di argilla mescolata a paglia.

Il paesaggio è piatto e deserto: una distesa di sassi e terra si stende a perdita d'occhio. Dopo alcuni chilometri incontriamo qualche collina ed il colore della terra diventa rosso, quando arriviamo nella pianura di Sciauia cambia nuovamente e diventa nero.
Facciamo la seconda sosta a meno di 40 chilometri dalla nostra meta: Il sole sta tramontando velocemente per l'ultima volta durante il nostro viaggio in terra africana.
Arriviamo in città ed impieghiamo parecchio tempo per attraversarla ed arrivare al nostro albergo. Il traffico è intenso ed a ogni incrocio c'è un vigile che non riesce a fare nulla per migliorare la situazione.
Arriviamo all'hotel dove abbiamo pernottato la prima notte poco dopo le 19.

 

Giovedì 16 ottobre 2008 - Casablanca, Bologna
Oggi mattinata libera. L'appuntamento per la partenza è fissato per le 11,45.
Usciamo dall'hotel poco dopo le otto e ci dirigiamo a piedi verso la medina vecchia. Quando entriamo solo pochi negozi hanno aperto. Ci addentriamo lungo le strade ancora deserte, ma alle signore non piace: non si può ancora comprare. Non ho mai capito come la principale attrattiva delle turiste durante i viaggi sia lo schopping, mentre guardare l'architettura delle città risulti a volte tempo perso!
"Andiamo prima al mercato!" Ritorniamo sui nostri passi per arrivare al Mercato centrale a fianco rue Colbert, che si trova dietro al nostro albergo e dove siamo stati la scorsa settimana.
Anche nel mercato l'attività non è ancora completamente iniziata ma lo spettacolo è più accattivante e si può acquistare qualche cosa, mentre i negozianti stanno disponendo la merce appena arrivata. Compriamo dei datteri da un vecchietto che ci racconta la sua vita: ha nove figli e tre di questi sono in Italia a vendere tappeti.
Torniamo alla Medina e finalmente Bianca può fare spese: "Finora non ho comprato quasi nulla e mi mancano alcune cosette!" A dimostrazione che hanno più importanza le apparenze dei fatti.
Non sono più i tempi di Humphrey Bogart e di Ingrid Bergman e si nota che la Medina ha vissuto tempi migliori: non solo il terremoto ha distrutto i monumenti più belli ma il tempo e l'incuria sono stati un cataclisma peggiore.
Alle 10,30 Bianca termina gli acquisti che ha programmato e torniamo verso l'albergo. Prima passiamo all'ufficio postale per comperare i francobolli e spedire le cartoline, poi chiudiamo le valige e lasciamo le camere. Siamo tutti seduti in pullman con un quarto d'ora di anticipo. Probabilmente ognuno sente già l'odore di casa e nessuno si attarda.
Percorriamo l'avenue Hassan II e passiamo in piazza Mohamed V davanti alla grande fontana. Lasciamo la città e ci dirigiamo verso l'aeroporto che è distante circa 25 chilometri lungo l'autostrada che porta a Marrakech.
Dopo un laborioso chek-in ci dirigiamo al terminal 2 e passiamo il controllo dei documenti. Cerchiamo il gate 29 e seguiamo i cartelli sino ad un bivio dove rimaniamo interdetti: a destra si trovano le porte da uno a 28 e a sinistra quelle da 31 in poi. E la 29 dov'è? Ce l'abbiamo di fronte col numero scritto in grande sulla vetrata. Le cose più evidenti e che sono sott'occhio, se non si trovano dove ce le aspettiamo, a volte non si notano.
Ci imbarchiamo in anticipo sull'orario previsto e speriamo di partire in orario. La coincidenza che ci porterà a Bologna parte dopo un'ora e rischiamo di perderla. Un messaggio del comandante ci rassicura che presto saremo in volo, che il tempo è buono e che arriveremo a Roma in orario. Ma grazie ad un passeggero che non si è imbarcato, dobbiamo aspettare che rintraccino il suo bagaglio per poterlo scaricare.
Alle 15,30 con mezz'ora di ritardo decolliamo. Arrivati a Fiumicino corriamo verso la porta d'imbarco del volo per Bologna: dobbiamo attraversare tutto l'aeroporto e riusciamo ad arrivare in tempo.
Ora sono le 23 e sto preparando un piatto di spaghetti. Meno di dodici ore fa passeggiavo per Casablanca.
Forse è anche per questo che il mito creato dal cinema ora non c'è più.

Torna alla pagina iniziale del diario