Giovedì 9 ottobre 2008 - Bologna, Casablanca
"Sono arrivate!" Quando giungiamo davanti al nastro trasportatore, le valige sono già lì. Credevamo di non vederle al nostro arrivo a Casablanca.
Assieme ad Adriano e alla Bianca abbiamo prenotato il Tour delle capitali imperiali del Marocco organizzato dall'Arcal Rai e dall'agenzia Time Out.
Il volo per Casablanca partiva da Roma alle 13 e quello che da Bologna ci ha portato a Fiumicino è decollato alla 10,55. Temevamo che l'intervallo fosse troppo breve per consentire il passaggio delle valige da un aereo all'altro. Così ci siamo premuniti preparando un pesante ed ingombrante bagaglio a mano con le cose indispensabili per i primi giorni ed adesso che le valige sono arrivate, siamo piacevolmente sorpresi. Liliana invece, pur partendo da Roma, la valigia non l'ha trovata. Durante il volo ci hanno servito un pranzo più che spartano: un misero tramezzino dal sapore indefinito, oppure una fetta di torta dolciastra ed una bibita. Forse è così che sperano di far quadrare i prossimi bilanci dell'Alitalia. Il cielo è parzialmente coperto e c'è vento. Passiamo il controllo dei documenti e ci rendiamo conto che anche se l'entrata nel paese è possibile con la sola carta di identità, le formalità non sono sparite. Ad ognuno viene assegnato un numero come visto d'ingresso, che servirà per registrare il nostro passaggio negli alberghi e per poter uscire dal paese.
Attendiamo qualche minuto per dare modo di fare la denuncia per lo smarrimento della valigia e saliamo sul pullman.
Ad attenderci troviamo la nostra guida Mohamed, l'autista e l'assistente, entrambi si chiamano Abdel. Ci accompagna Margot che abbiamo conosciuto otto anni fa in Yemen. Ci mostra la sua bacchetta magica: una piccola antenna telescopica a cui ha legato un nastro arancione. Con questa compirà il prodigio guidarci attraverso il Marocco e di riportarci a casa sani e salvi.
Sono le 16,30 e dal momento dell'atterraggio sono trascorse due ore.

Percorriamo l'autostrada che ci porta in città e quindi facciamo un lungo giro panoramico. Arriviamo sull'oceano di fronte alla moschea di Hassan II. Una costruzione imponente iniziata nel 1987 e terminata nel 1993, costata oltre 1000 miliardi di lire.
La luce del tramonto illumina l'alto minareto davanti alle onde dell'oceano: l'effetto è particolarmente suggestivo.

Arriviamo all'hotel Golden Tulip Farah dopo le 18. Ci offrono una salvietta per detergere le mani ed un the alla menta. Compilato il foglio di registrazione ed ottenuta la chiave della stanza, ognuno cerca di recuperare le proprie valige che sono state portate al quinto piano, dove si trova la maggior parte delle camere che ci hanno assegnato.
Facciamo due passi lungo le strade che si trovano vicino al nostro albergo alla ricerca di una bottiglia di acqua minerale. Siamo in centro, nella zona degli alberghi e ci sono pochi negozi aperti. Rimaniamo stupiti nel vedere alcune donne, vestite dignitosamente, spesso accompagnate da bimbi piccoli, chiedere l'elemosina.
Appena girato l'angolo dell'hotel Sheraton il volto della città cambia. Ci appaiono piccolo negozi, bar e ristoranti ma la città c'è ancora sconosciuta e siamo timorosi. Non ci azzardiamo ad andare oltre.
Torniamo in albergo per cenare alle 19,30. Il buffet è particolarmente ricco ed offre persino delle ostriche.
All'esterno soffia un vento impetuoso da ovest, brutto segno per il tempo di domani.

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