Lunedì 4 ottobre 2010

La colazione non è all'altezza del resto dei servizi forniti dall'albergo e dei camerieri, che dovrebbero servire il caffè ai tavoli, neanche l'ombra! Alle 8 si parte diretti ad Amman. Visitiamo la nuova moschea fatta costruire da Re Hussein.

L'edificio, elegante all'esterno, appare spoglio e senza personalità all'interno che è composto da un unico grande ambiente circolare sormontato da una cupola ispirata a quella di Gerusalemme. Un pannello luminoso indica la data, l'ora, la temperatura e gli orari per la giornata delle 5 preghiere. Per terra un'unica grande moquette rossa a riquadri gialli che delimitano i posti che ognuno deve occupare per la preghiera. Mahmoud ci illustra quali sono i movimenti che ogni fedele deve fare e le differenze fra le posizioni delle braccia che assumono gli Sciti rispetto ai Sunniti Alle 10,40 arriviamo al negozio dell'artigianato e dei prodotti locali il Noumani Bazar.

Una grande sala piena di oggetti per turisti di fattura un po' pesante per i nostri gusti, in particolar modo quella dei salotti e dei tavolini. Nell'angolo a destra appena entrati le creme di bellezza, preparate con le acque del mar Morto, attirano particolarmente le signore. Anche se i prezzi non ci sembrano a buon mercato, quando usciamo ognuno ha in mano il suo bravo pacchettino.

Dopo un'ora dal nostro arrivo partiamo diretti a Madaba per visitare la chiesa di San Giorgio. Scendiamo poco distante e percorriamo le strade del centro il cui accesso è stato interdetto ai pullman. Entriamo in una sala a fianco della chiesa dove è fissata alla parete una copia del mosaico del VI secolo. L'originale si trova nel pavimento all'interno della basilica che visiteremo fra poco, ma così è possibile alle guide illustrare con più facilità e dovizia di particolari l'opera che rappresenta una mappa della Palestina. Mahmoud si dilunga dandoci interessanti collegamenti storici.

Entrati all'interno della chiesa ortodossa, restiamo affascinati per la genialità della costruzione della mappa e per la bellezza delle figure del mosaico.

Ritornati al pullman partiamo diretti al monte Nebo dove arriviamo alle 13,30 per pranzare poco lontano dalla cima, al ristorante Mazain Nebo. I due piatti di carne del buffet contengono entrambi funghi, che non posso mangiare e così mi butto sulla frutta: oggi il mio pranzo è stato pane e fichi. Ho le mani tutte impiastricciate e corro in bagno a lavarmele. Un inserviente con un fare particolarmente gentile, mi apre il rubinetto, mi versa sulle mani il sapone liquido, mi porge le salviette di carta e con discrezione ritorna sulla porta. Uscendo metto in tasca una mano e afferro qualche moneta giordana di cui non conosco il valore perché sulle facce non è impressa nessuna cifra ma solo caratteri arabi. Mi domando se sono stato abbastanza generoso. Quando esco dal locale, ne ho la conferma: il sorriso che mi rivolge l'uomo davanti ai bagni è quello delle grandi occasioni.

Arriviamo in cima al monte dove si trovano i resti di una chiesa bizantina e un monastero francescano. All'ingresso del sito una stele monolitica ricorda la visita di Papa Giovanni Paolo II nel 2000. E' in corso di realizzazione il rifacimento della chiesa. Il cantiere è aperto da parecchi mesi e i magnifici mosaici che ritraggono animali e scene di vita quotidiana non sono visibili.

Il libro di padre Piccirillo che ha retto il monastero per parecchi anni è in vendita a cinque dinari. Ormai ho finito la moneta locale e chiedo il prezzo in euro. L'incaricato me ne chiede otto mentre in base al cambio ufficiale dovrebbe costare cinque euro e mezzo. Cerco di ottenerne una copia per sei ma l'inserviente è irremovibile: “I frati vogliono otto euro”. I casi sono due: o in questi giorni la quotazione della nostra moneta è crollata oppure c'è qualcuno che esagera. Ritorniamo ad Amman, Mahmoud ci fa fare col pullman un giro lungo i nuovi quartieri più eleganti della città, dove si trovano ville con giardini e le nuove ambasciate fra cui quella americana. Arriviamo in centro, che alla luce del giorno ci appare più bello di come c'è sembrato la sera del nostro arrivo.

Saliamo alla Cittadella che si trova su un rilevo che era l'acropoli della città. Nell'altra metà dell'altura il palazzo reale. Sono le 17,30 ed il sole, ormai basso sull'orizzonte, illumina i resti archeologici e le case tutt'attorno magnificamente. L'atmosfera è magica.

Entriamo nel museo che ha interessanti reperti e che presto dovrà avere una nuova sistemazione: quella attuale è un po' datata e tutto sembra ammucchiato in poco spazio. Interessante la stele di Balwa, in basalto di forma triangolare, i rotoli del mar Morto, manoscritti ritrovati a Qumran dentro a giare di terracotta in papiro, pergamena e rame, le statue antropomorfe di Ayn Ghazal, in calcare e argilla, con gli occhi decorati in bitume nero, risalenti a seimilacinquecento anni prima di Cristo. Usciamo dal museo e proseguiamo la nostra visita verso nord dove si trova l'al-Qasr, un edificio quadrato con la cupola in legno da poco restaurata, a fianco una cisterna romana. Dappertutto soldati armati sono a guardia del sito archeologico. Poco dopo le 18 raggiungiamo lo stesso albergo dove abbiamo pernottato le prime due notti. Abbiamo poco più di un'ora per fare una doccia. Per la cena dobbiamo raggiungere un ristorante tipico il Kan Zaman che si trova fuori Amman. Quello che in passato era un intero villaggio è stato restaurato e nelle scuderie è stato ricavato il ristorante. All'esterno sono già parcheggiati una decina di pullman. Il buffet è simile a quelli che abbiamo avuto in questi giorni e, a parte un cuoco che frigge delle polpette di verdura, non capiamo quale possa essere il piatto tipico. Un gruppo di figuranti con tamburi, spade e cornamuse ravviva per pochi minuti la serata, ma il baccano che fanno è così assordante che siamo contenti quando presto smettono. Raggiungiamo in fretta l'albergo per andare velocemente a letto. Domani mattina la sveglia per raggiungere l'aeroporto è fissata alle tre.


Martedì 5 ottobre 2010

Dopo poco più di tre ore di sonno, preparate le valige raggiungiamo la sala da pranzo. Nonostante l'ora il personale si è alzato per servirci la colazione. E' la prima volta in tanti anni che mi succede. Salutiamo Mahmoud e gli rinnoviamo i complimenti per come ci ha fatto da guida. Ci ha dato una quantità di informazioni parlando un italiano perfetto, condendo il tutto con battute pronte ed argute. Abbiamo visitato un paese che sembra il meno arabo fra i paesi arabi. L'impressione che abbiamo avuto è di uno stato moderno che è molto cresciuto negli ultimi tempi e mostra tolleranza nei confronti degli altri. Tutti sono apparsi gentili e pronti ad aiutarci. Nessuno ci ha infastidito chiedendoci con insistenza mance. Sembra quasi impossibile che poco distante nello spazio e nel tempo siano successi episodi di intolleranza e prevaricazione reciproca così gravi.

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