Martedì 28 settembre 2010

E' la prima volta che non mi sveglio all'alba per partire per un viaggio organizzato. Ci siamo iscritti per il tour della Giordania organizzato dalla Petroniana viaggi e turismo quando abbiamo saputo che ci avrebbe accompagnato Anna Busacchi. I nostri cugini Sandra e Remo ci accompagnano anche questa volta dopo aver passato con noi il capodanno in Siria. Manca solo Marianna che in Giordania c'è stata l'anno scorso: “Il viaggio vi piacerà molto anche perché lo fate dopo aver visto la Siria!” Alle 11 arriviamo all'aeroporto Marconi di Bologna e ci imbarchiamo diretti a Istambul, tappa obbligata dato che viaggiamo con la Turkish Airlines. A Bologna non ci hanno dato la carta di imbarco per il secondo volo diretto ad Amman così dobbiamo fare un check-in dell'intero gruppo e gli addetti assegnano i posti sparpagliandoci per tutto l'aereo. Siamo in quaranta. Poco dopo le 19 l'aereo si muove e dopo mezz'ora decolliamo. La limpida sera ci regala uno splendido panorama sul Bosforo illuminato da migliaia di luci. Riusciamo a distinguere i fari rossi del ponte che collega l'Europa all'Asia. Dopo meno di dieci minuti non si distingue più nessuna luce sino a quando non passiamo di fianco a Eskiseir a sinistra e Afyon a destra. Sorvoliamo il Mediterraneo passando sulla punta orientale di Cipro. Raggiungiamo la costa all'altezza di Tripoli, ma senza vedere nulla. Ce ne accorgiamo solo dalla mappa che scorre sui monitor di fronte ai sedili. Atterriamo poco dopo le 21. Con grande sorpresa passiamo velocemente la dogana lasciando semplicemente nelle mani di un incaricato i passaporti. Le valige stanno già scorrendo sul nastro trasportatore e dopo pochi minuti siamo in pullman. Qualcuno è preoccupato per i passaporti e teme di non riavere il proprio ma poco dopo arriva il pacco dei libretti per la distribuzione. Mahmoud, la nostra guida, ci saluta ed iniziamo il breve viaggio di 35 chilometri che ci porta ad Amman. Poco dopo le 22,20 arriviamo all'hotel Regency Palace. Incontriamo qualche difficoltà nella distribuzione delle chiavi delle stanze: gli impiegati non hanno fatto la dovuta attenzione nel distinguere il nome dal cognome e ne hanno indicato uno solo dei due. In alcuni casi non si sa di chi sia veramente la chiave. Ci avvertono che è pronta la cena. Con due voli abbiamo mangiato due volte ed ora si va di nuovo a tavola! Mangiamo un po' di frutta e andiamo a dormire dopo mezzanotte.


Mercoledì 29 settembre 2010

La nostra stanza è rivolta a nord-est ed il sole ci sveglia prima dell'orario fissato. Siamo in una zona moderna e tutti i palazzi sono ricoperti di mattonelle di pietra chiara ed hanno come tetto un terrazzo. Per colazione spalmo una fetta di pane con burro e marmellata. Appena finito, mentre sto pregustando la leccornia che mi sono preparato, una mosca, che fastidiosamente ci girava attorno, decide di suicidarsi nella marmellata. Così ricomincio da capo. Alle 8,30 siamo tutti in pullman ed usciamo da Amman per dirigerci a nord per raggiungere Jarash. Dai mille metri scendiamo via via per arrivare ai 500 della nostra meta. Pur non essendoci deserti, nel nord del paese la terra è arida e i pochi ciuffi d'erba sono, in questa stagione, tutti secchi. Molti sono gli ulivi e i boschi che incontriamo sono composti da radi pini.


In tre quarti d'ora siamo a Jarash, l'antica Gerasa. Il pullman parcheggia a fianco della porta di Adriano costruita fuori delle mura nel 129 d.C. per accogliere l'imperatore Adriano in visita alla città. A fianco l'ippodromo, più piccolo di quello di altre città, misura 250 metri per 70. Entriamo nella città dalla porta sud ed arriviamo al foro di forma ovale.

Sulla sinistra l'imponente e ben conservato teatro assieme al tempio di Zeus sovrastano la piazza. Alla destra si apre il cardo, maestoso e affiancato da alte colonne. Dopo aver visitato il teatro, dove quattro figuranti ravvivano l'atmosfera suonando due tamburi e due cornamuse, facciamo un lungo giro lungo le rovine. Il sole picchia.

Una leggera brezza ci rinfresca ma quando arriviamo all'ombra di un albero del pepe o di un muro, apprezziamo di più il tenue vento. Giungiamo alla chiesa di San Giorgio, con a fianco quella di San Giovanni e quindi quella dei Santi Cosma e Damiano.

Nello sporgersi da un muretto per ammirare dall'alto i mosaici di quest'ultima chiesa, a Elio sfuggono gli occhiali che cadono all'interno della costruzione, inaccessibile perché chiusa da un cancello. Mentre cerca un addetto per poter entrare, un ragazzo con agilità si cala dal muretto e recupera l'oggetto caduto. Lo porge al malcapitato e prima che possa ricompensarlo con una mancia non adeguata, gli chiede dieci euro. Raggiungiamo il tempio di Artemide, Mahmoud ci fa osservare un curioso fenomeno. Le grandi colonne del tempio sono costruite in modo tale da essere elastiche: oscillano al variare della pressione del vento. Come prova ci fa infilare una mano nella fessura alla loro base. Qui è stato appoggiato un coltello per evidenziare le oscillazioni.

Discendiamo gli scaloni di accesso al tempio per raggiungere il cardo che percorriamo per tornare al punto di partenza. Ci fermiamo per il pranzo al ristorante Lebanese House, poco lontano. Siamo all'ombra di un pergolato all'aperto. Ci vengono servite delle invitanti insalate ma nessuno osa assaggiarle, anche se Mahmoud assicura che sono ben lavate e non ci sono pericoli.

Alle 14,30 partiamo. Dobbiamo raggiungere Umm Qays, città romana al confine con la Siria ed Israele, davanti alle alture del Golan ed al lago di Tiberiade. Il panorama è suggestivo, anche se il sole ormai basso sull'orizzonte non consente di vedere lontano verso ovest, mentre i resti della città con la basilica ed il tempio sono illuminati da una luce calda.

Uno stormo di grandi uccelli bianchi e neri volteggia sopra le nostre teste diretto a sud. Dalla parte Israeliana, che si è accaparrata la possibilità dell'uso di tutta l'acqua del lago, si notano campi lavorati, un vigneto ed alcune serre. Alle 17 ripartiamo per tornare ad Amman. Il terreno è ondulato con rari tratti pianeggianti. Lungo l'autostrada incontriamo continui saliscendi.

Alle 19 arriviamo all'albergo per una doccia ristoratrice. La cena a buffet è indicativamente fissata per le 20 presso il ristorante self service Al Madafa. Dopo cena proviamo a raggiungere la strada che Mahmoud ci ha consigliato di percorrere vicino all'albergo, ma attraversare la via per raggiungerla è un'impresa ardua e il marciapiede che stiamo percorrendo è interrotto per lavori poco oltre una stazione di servizio. Qui si è fermato un taxi. Mia moglie Betta chiede al conducente se parla inglese. Si ed abbastanza bene. Remo prende posto accanto all'autista e partiamo verso il centro della città. Vediamo la vecchia moschea e il ninfeo romano. Alcuni negozi sono ancora aperti, ma non ci arrischiamo a proseguire a piedi e chiediamo al conducente di rientrare in albergo. Le strade del centro appaiono misere e sporche e la situazione ci sembra peggiore di quella di Damasco od Aleppo. Speriamo che di giorno quando la visiteremo ci faccia un effetto diverso. Arriviamo in hotel e paghiamo il taxi spendendo meno di quanto costa in albergo una bottiglia di acqua minerale.

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