Venerdì 7 settembre 2007 |
Sabato 8 settembre 2007 |
Verso sud intravediamo, alta nel cielo, la cima imbiancata del monte Ararat. Torniamo in centro per visitare in piazza Repubblica il museo statale di storia armena. Le sale poste al primo piano dopo una serie di riproduzioni di antiche mappe dell'Armenia, contengono ricchi manufatti e veniamo attratti dalle forme pregevoli degli oggetti esposti: è proibito fare fotografie e |
nel museo non troviamo l'onnipresente mercatino con la possibilità di acquistare un libro per un ricordo visivo degli oggetti. Al piano inferiore è appesa alle pareti una serie di tappeti, con una simbologia nei disegni geometrici di carattere religioso (il melograno è il simbolo armeno che rappresenta l'amicizia). Nelle teche sono conservati gioielli e manufatti. Prima di scendere, facciamo una rapida visita alle altre sale che contengono vestiti ed armi. Alle 13,30 raggiungiamo il ristorante Old Erivan per il pranzo. La maggior parte di noi è stanca e soffre per la mancanza di sonno. Anziché proseguire con il programma previsto, don Giancarlo decide di rimandare le visite rimaste ad un altro momento e ci lascia liberi di tornare in albergo per qualche ora di sonno. L'appuntamento è per le 18,30 per andare a teatro. Erminia ha un problema: non riesce a far funzionare la serratura a combinazione della propria valigia. Assieme a Paolo andiamo a vedere se è possibile ovviare all'inconveniente. I tentativi di aprire la serratura provando le possibili combinazioni, si rivelano vani. Non resta che scassinarla. Erminia chiede alla cameriera un attrezzo e questa arriva con un grosso paio di pinze. Dato che non riusciamo a farle capire quale attrezzo vorremmo, seguo la donna sino all'armadio degli attrezzi. In mezzo ad una confusione di rubinetti rotti, viti e chiodi usati, trovo due cacciaviti e con uno di questi riesco a sganciare gli occhielli bloccati della zip. Contento ritorno in camera, dimenticandomi di prendere lo zainetto che avevo con me ed avevo appoggiato sul pavimento. Erminia, gentilissima, mi cerca e chiede alla reception di potermi chiamare: "Devo avvertire quel signore che ha lasciato lo zainetto nella mia camera". Lo sguardo che l'impiegato le rivolge in risposta, le fa capire che la situazione che ha descritto è stata equivocata. Alle 18,30 partiamo diretti al teatro nazionale Spendiarian dell'opera e dell'accademia nazionale del balletto per assistere ad un melodramma in lingua armena. La trama è da copione: un amore con un presagio di sventura, un diverbio fra il fratello e l'innamorato, l'uccisione dell'amato e la morte suicida della protagonista. Lo spettacolo è bello, gli artisti numerosi ed il teatro costruito nel 1934 è magnifico. Alle 22,15 usciamo da teatro e ceniamo al ristorante cilician Aias. Alle 23,30 rientriamo in albergo dopo una giornata calda ma in parte ristoratrice. |
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