Martedì 15 ottobre 2002

Sveglia alle 8. Alle 8,30 bagagli fuori della camera. Scopriamo perché qualcuno si é lamentato che non gli sono stati cambiati gli asciugamani. Un cartello in bagno avverte che per risparmiare il detersivo e contribuire a diminuire l'inquinamento del mondo (e le spese dell'albergo), verranno cambiati solo gli asciugamani che non verranno ripiegati ed appesi ai supporti. Proseguo nell'esame dei messaggi scritti in camera e ne trovo uno molto istruttivo vicino al televisore: "en su factura no aparecerà ninguan referencia al servizio de pelliculas. Los cargos se haràn bajo el concepto: servicios de comunicaciones".

Alle 9 e un quarto il pullman non si vede ancora mentre i nostri bagagli sono tutti in fila lungo il marciapiede. E' rimasto imbottigliato nel traffico e per guadagnare tempo le valige verranno caricate mentre noi visiteremo il Prado. Ci penserà Daniela a fare buona guardia e l'abbandoniamo davanti all'albergo.

Cominciamo a fare la fila davanti ad un ingresso, poi quando siamo quasi arrivati le guide cambiano idea e ci fanno spostare davanti ad un altro ingresso. I controlli sono minuziosi. Le borse troppo grandi vanno lasciate al deposito e le altre devono passare al controllo del metal detector che é tarato per segnalare il più piccolo oggetto metallico.

Per controllare tutto il gruppo passano altri quindici minuti. Veniamo divisi in due e seguiti da due guide: Berta e Pepa.

Iniziamo la visita delle sale riservate ai quadri di El Grieco con le figure rappresentate che si allungano. Di grande intensità il quadro della Trinità. Passiamo a Velasquez: la fucina di Vulcano, i bevitori (Bacco), le filatrici (Minerva e Aracne), las meninas, quadro con Filippo IV e la moglie riflessi nello specchio sullo sfondo, l'infante Margherita in primo piano in mezzo a due ragazze portoghesi (meninas) con ai piedi un cane e al suo fianco due nane, compagne di giochi. Sull'altro lato il pittore che si ritrae nell'atto di dipingere e una seconda volta sullo sfondo mentre é intento ad aprire la porta nel suo incarico di responsabile del palazzo.

La visita prosegue nelle sale riservate al Goya. Nella prima ammiriamo una serie di cartoni dipinti per realizzare arazzi con scene di vita popolare. Bellissima la dama col parasole. In fondo alle successive sono uno di fianco all'altro i famosissimi quadri della maja vestida e della maja desnuda.

La visita guidata, che non può durare più di un'ora e un quarto (la guida deve tenere ben visibile il cartellino con l'orario di inizio della visita in modo che i sorveglianti delle varie sale possano controllare che il tempo non sia scaduto), termina con la visita al giardino incantato di Bosch. Un polittico rappresentante da un lato la creazione, dall'altro l'inferno ed al centro una serie di figure che simboleggiano l'atto sessuale.

Il quadro era nella camera da letto di Filippo II all'Escurial e possiamo immaginare meglio quale potesse essere il tormento del re.

Pranzo al Museo del Jamon. Un locale che é un misto fra una salumeria, un fast food e un ristorante. Le pareti sono ricoperte da decine di prosciutti.

Fette di prosciutto e formaggio, insalata e una bistecca con patate fritte che assomiglia ad una suola di scarpe, tagliata troppo sottile e troppo cotta per essere buona. Ordiniamo, incuriositi dai racconti di Daniela, due porzioni di prosciutto Zampanera excelente (€ 27). Le fette sempre tagliate grosse e venate di grasso sembrano il resto del gambuccio, ma il sapore é buono, anche se continuiamo a preferire un San Daniele od un Parma delle nostre parti.

Raggiungiamo l'aeroporto ed espletiamo le formalità per l'imbarco. Abbiamo lasciato a Daniela un affettuoso biglietto di commiato preparato da Jacopo in cui la ringraziamo non solo di averci fatto vedere la Spagna ma di avercela fatta capire e le auguriamo che il suo viaggiare sia sempre accompagnato da salute, serenità ed intatta passione.

Daniela ricambia gli auguri, ci saluta e con un presagio, a cui non presto lì per lì molta attenzione, ci ricorda che d'ora in poi saremo soli e ci avverte che fuori il mondo é cattivo.

Adesso, passati otto giorni, siamo ancora in ritardo!

L'aereo che proveniva da Roma é giunto 45 minuti dopo l'orario previsto. Una volta imbarcati abbiamo aspettato un'altra mezz'ora che un passeggero della business class si degnasse di arrivare, le valige non venivano mai scaricate e il treno che ci sta portando alla stazione Termini viaggia come una lumaca.

Alle 20,30 parte l'ultimo Eurostar.

Possibile che Daniela abbia lanciato un simile anatema: dover passare una notte in treno nel disperato tentativo di raggiungere Bologna?

Arriviamo sconsolati in stazione alle 20,45 quando il nostro treno é partito puntualissimo senza di noi.

No il mondo non può essere così cattivo! Ed infatti alle 21,40 parte un intercity carico di cuccette diretto a Monaco di Baviera.

Troviamo posto e con solo due ore e mezza di ritardo ci buttiamo nei nostri letti per sognare un nuovo magnifico viaggio con Daniela.

Torna alla pagina iniziale del diario